Una perizia legale commissionata dalla direzione di Cepyme ritiene legale la modifica statutaria respinta da CEOE
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
La direzione di Cepyme è convinta che la modifica statutaria concordata due settimane fa, che elimina il voto delegato nell'associazione dei datori di lavoro delle PMI , sia legale. Questa posizione è rafforzata da una relazione legale a cui ha avuto accesso EL PAÍS, che considera la modifica “conforme alla legge”. "Dovrà essere considerata valida e conforme alla legge, essendo stata adottata dall'organismo competente debitamente convocato a tale scopo", si legge nella relazione commissionata dalla segreteria generale del Cepyme e redatta dallo studio legale Moreno Catena & Venturi. Questo rapporto fa seguito alla lettera che la maggioranza del Comitato esecutivo del Ceypme ha inviato alla direzione, nella quale respinge la modifica e minaccia azioni legali. Lo scontro avviene poco prima del processo elettorale che vedrà contrapposti l'attuale leader, Gerardo Cuerva, e il difensore Antonio Garamendi, presidente del CEOE, che cerca un sostituto nell'associazione dei datori di lavoro delle PMI. Il rapporto, pur sostenendo la posizione di Cuerva, chiarisce che il "disaccordo" che circonda la riforma suggerisce che questa dovrebbe essere ratificata prima delle elezioni.
I firmatari della lettera hanno chiesto a Cuerva di “ritirare immediatamente la riforma del Regolamento interno approvata illegalmente”, e hanno annunciato che, se ciò non verrà fatto, gli amministratori si riservano “le corrispondenti azioni legali per proteggere i diritti dei soci di Cepyme, inclusa la richiesta di una misura cautelare per la sospensione immediata del suddetto accordo”. La chiave di questa riforma è l'eliminazione del voto per delega, tramite il quale un elettore può cedere la propria partecipazione a un'altra persona. L'attuale direzione di Cepyme rifiuta questo approccio: ritiene che l'eliminazione del voto esiguo democratizzi l'organizzazione. “Non possiamo accettare che la nostra organizzazione non sia governata da principi democratici. È inconcepibile. Nel XXI secolo, nell'Europa democratica, vogliono votare come Franco. E toglieranno il merito alle organizzazioni", hanno affermato queste fonti.
La relazione giuridica considera che, in base agli statuti del Cepyme, “il Comitato esecutivo non ha poteri statutari o regolamentari per stabilire o modificare le norme interne della confederazione” e che la competenza corrisponda al Consiglio di amministrazione (presieduto da Cuerva). “La volontà associativa del Cepyme come confederazione non risiede nel Comitato esecutivo, ma nell’Assemblea generale e, più quotidianamente, nel Consiglio di amministrazione”, prosegue il rapporto, arrivando a definire “incoerente con lo spirito degli statuti e incompatibile con la regolamentazione dei poteri del Comitato esecutivo” l’interpretazione secondo cui spetta a quest’ultimo “prendere una decisione vincolante sulla formulazione o meno di una proposta di modifica del Regolamento”.
“Una simile interpretazione deve essere considerata contraria al diritto, perché attribuisce indebitamente al Comitato esecutivo prerogative che lo Statuto non gli riconosce o non gli assegna, e favorisce la violazione del diritto di voto delle organizzazioni associate. "Ciò distorcerebbe il processo di espressione della volontà associativa dei membri del Cepyme", aggiunge il rapporto.
L'analisi giuridica, commissionata dalla direzione di Cepyme, riassume la sua posizione con la seguente affermazione: "Concludiamo pertanto che la decisione del presidente [...] era conforme alla legge e, in definitiva, l'accordo del Consiglio di amministrazione del 18 febbraio 2025 [...] deve essere considerato valido e conforme alla legge, essendo stato adottato dall'organo competente debitamente convocato a tale scopo".
Nella relazione si riconosce che "non è stato completato il procedimento legale necessario affinché l'emendamento possa essere validamente incorporato nel testo del Regolamento interno". E aggiunge: “A seguito della validità provvisoria della modifica, il presidente del Cepyme sarebbe autorizzato a convocare la prossima Assemblea generale elettorale (programmata in conseguenza della fine del suo mandato a marzo di quest’anno) avvisando gli elettori che non sarà possibile concedere alcuna delega di voto o rappresentanza a un altro elettore”.
Tuttavia, gli autori del testo ritengono che "la rilevanza della suddetta modifica normativa e la discrepanza emersa all'interno degli organi di governo e esposta nella presente relazione consigliano di convocare, con prudenza e prima della data prevista per la prossima Assemblea elettorale, un'Assemblea generale della Confederazione, il cui ordine del giorno comprenda un punto relativo alla ratifica, se del caso, della modifica normativa concordata dal Consiglio di amministrazione, dissipando così i dubbi sollevati sulla sua legittimità".
EL PAÍS