Scontro politico: l'UCR accusa Javier Milei di calpestare "l'ordine istituzionale" nominando i giudici per decreto

Il governo di Javier Milei ha annunciato martedì la nomina dei giudici Ariel Lijo e Manuel García Mansilla a membri della Corte Suprema di Giustizia. La decisione suscitò il forte rifiuto della Radical Civic Union ( UCR ), che descrisse la mossa come "un disprezzo per la Costituzione e le istituzioni repubblicane". In una dura dichiarazione, il partito di opposizione ha avvertito che la nomina "implica un passo avanti in una logica autoritaria".
"La nostra Costituzione stabilisce un meccanismo complesso per l'integrazione della Corte suprema di giustizia, un meccanismo che richiede dialogo e creazione di consenso; "Qualcosa a cui il Presidente non è abituato e che nega apertamente", ha affermato l'UCR in una nota pubblicata sui social media.
"L'esecutivo non ha ottenuto il consenso necessario per i suoi candidati e, di conseguenza, sta ricorrendo a una scorciatoia per aggirare l'ordine istituzionale con argomenti che non reggono alla minima analisi giuridica o politica", hanno messo in dubbio. Secondo i dati forniti dall'Ufficio presidenziale in una nota ufficiale, la decisione di Milei in merito ai due giudici sarà presa tramite decreto e avrà effetto fino alla fine della prossima legislatura.
Un altro punto evidenziato nella dichiarazione radicale è che la misura "viola il requisito della parità, un principio essenziale al quale (il presidente) è vincolato dalle leggi e dai trattati internazionali".
Il partito ha inoltre respinto le argomentazioni del partito al governo in merito ai precedenti storici delle nomine delle commissioni. "I pochi precedenti esistenti si sono verificati in contesti sostanzialmente diversi dalla situazione attuale", ha avvertito l'UCR.
"Con questo atteggiamento autoritario e irresponsabile, il Presidente non fa altro che distruggere ogni possibilità di ricostruire la fiducia dell'opinione pubblica nazionale e internazionale nel nostro Paese. "Senza sicurezza giuridica, senza istituzioni solide e ferme, senza rispetto delle regole costituzionali, non è possibile alcuna crescita economica o benessere generale", hanno affermato i radicali.
elintransigente