Ultime notizie sul conflitto in Medio Oriente, in diretta | Hamas si difende dalle accuse di Trump: "Il vero ostacolo alla tregua è Netanyahu"

Hamas si difende dalle accuse di Trump: "Il vero ostacolo è Netanyahu"
Izzat al-Rishq, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha ribadito sabato la volontà del gruppo palestinese, "dimostrata fin dall'inizio dei negoziati", di raggiungere "un accordo globale che ponga fine all'aggressione a Gaza", dopo che ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump lo aveva accusato di non voler firmare alcun accordo.
"Le dichiarazioni degli Stati Uniti ignorano il vero ostacolo a tutti gli accordi: il governo Netanyahu, che ostacola, elude e aggira i propri impegni", ha affermato Al Rishq in una dichiarazione diffusa sui suoi canali ufficiali.
Ha inoltre sottolineato che le accuse di Trump "contraddicono" la valutazione del Qatar e dell'Egitto, mediatori con gli Stati Uniti nel conflitto, riguardo alla sua posizione, ai quali "hanno espresso soddisfazione e apprezzamento".
"Siamo sorpresi dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti Trump e, prima di lui, dall'inviato speciale degli Stati Uniti Witkoff, che contraddicono la valutazione dei mediatori sulla posizione del movimento e sono incoerenti con l'avanzamento del processo negoziale, che stava facendo progressi reali", ha aggiunto.
Nella dichiarazione, ha anche affermato che la sua ultima risposta al testo del cessate il fuoco di 60 giorni sostenuto dagli Stati Uniti è stata "positiva e flessibile a tutti i commenti", ma ha chiesto di "rafforzarne le disposizioni".
"In particolare, quelle relative all'aspetto umanitario, garantendo il massiccio flusso di aiuti e la loro distribuzione attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie autorizzate, senza interferenze israeliane. Abbiamo anche sottolineato la necessità di mappe di disimpegno", si legge nella dichiarazione. E aggiunge: "Eravamo interessati a ridurre l'estensione delle zone cuscinetto in cui l'occupazione persisterà per i 60 giorni ed evitare aree densamente popolate per garantire il ritorno della maggior parte della nostra popolazione alle proprie case".
Queste richieste sono in contrasto con la posizione del governo israeliano, che si è costantemente opposto al ritiro completo delle sue truppe dall'enclave, sostenendo di farlo per "ragioni di sicurezza". In nessuna delle bozze si è impegnato a garantire la fine definitiva della sua offensiva. (Efe)
EL PAÍS