L'autore franco-venezuelano Miguel Bonnefoy, due volte premiato, ha incontrato i suoi lettori durante il weekend letterario a La Croix-Valmer
Il weekend letterario ha offerto meravigliose scoperte agli amanti dei libri grazie al servizio culturale. Sabato, a Gigaro, tra il profumo degli eucalipti e il mormorio delle onde, Alexandre Lasheras, scrittore franco-spagnolo, ha presentato "Le Manège des Andes", il suo primo romanzo , pubblicato da Le Bruit du Monde. La trama, ambientata principalmente in Colombia, Paese in cui l'autore ha soggiornato, ha affascinato il pubblico.
Domenica, il Forum Constantin ha visto un cambio di scenario: un ambiente più urbano, ma con maggiore comfort per i numerosi spettatori accorsi per incontrare Miguel Bonnefoy. Il trentottenne scrittore franco-venezuelano ha presentato Le Rêve du Jaguar, il suo quinto romanzo pubblicato da Rivages. Insignito del Grand Prix du Roman de l'Académie française il 24 ottobre 2024 e poi del Prix Femina il 5 novembre , si è affermato come una figura chiave della scena letteraria contemporanea.
Interrogato sui complimenti ricevuti dalla giuria dell'Académie Française, Miguel Bonnefoy ha confidato: "Mi hanno fatto i complimenti per il tono unico della mia scrittura, per la ricchezza del mio vocabolario e hanno riconosciuto un respiro raro nella lingua".
Per quanto riguarda i membri della giuria di Femina, "queste signore hanno elogiato lo stile, la storia familiare del romanzo e la forza delle figure femminili, appena trasformate". Intervistato da Margot Dijkgraaf, critica letteraria di spicco del servizio culturale , l'autore ha condiviso frammenti della sua vita personale. Ha menzionato in particolare le sue due nonne, ostetriche-ginecologhe in un'epoca in cui le donne dovevano lottare per il loro posto nella società, e sua madre, una diplomatica determinata, che ha seguito in giro per il mondo fino all'età di 17 anni. Tornato a Parigi, ha poi iniziato gli studi letterari alla Sorbona.
La lettura di alcuni estratti da parte delle bibliotecarie Cynthia, Charlène e Léa ha rivelato uno stile letterario unanimemente acclamato. Margot Dijkgraaf lo descrive come "sgargiante, abbondante e vorticoso".
Il pubblico, affascinato, ha potuto apprezzare la ricchezza del linguaggio di Miguel Bonnefoy, la sua impressionante cultura, il suo gusto per la mitologia e la sua innegabile generosità nel contraccambiare.
Var-Matin
