I prodotti a marchio privato criticati per i loro additivi
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Secondo un sondaggio condotto da 60 milioni di consumatori e pubblicato giovedì, che ha rilevato notevoli disparità tra i marchi, i prodotti alimentari a marchio privato sono apprezzati dai clienti dei supermercati per i prezzi più bassi, ma possono contenere additivi potenzialmente dannosi.
Lo studio della rivista pubblicata dall'ente pubblico Istituto Nazionale del Consumo (INC) si basa sui dati di 3.000-6.000 prodotti referenziati dal database Open Food Facts, di sei marchi di distribuzione: Auchan, Carrefour, Intermarché, E. Leclerc, Lidl e Coopérative U.
Prima osservazione: la popolarità di questi prodotti, rispetto a quelli dei grandi marchi, è significativa ed è aumentata grazie alla forte inflazione dei prezzi del 2022 e del 2023.
I prodotti a marchio privato sono in media dal 20 al 30% più economici rispetto ai loro equivalenti di marca, anche se i prezzi di questa gamma di prodotti alimentari sono aumentati.
Riempire il carrello con prodotti venduti al distributore automatico potrebbe però avere un altro costo: sugli scaffali si trovano in maggioranza i prodotti che riportano un Nutri-score (il principale indice di qualità nutrizionale) pari a "E" o "D", ovvero i valori più bassi. La colpa ricade soprattutto sugli additivi, i cui rischi per la salute sono ancora poco compresi: emulsionanti, nitrati e antiossidanti sono all'ordine del giorno nella composizione di questi alimenti "low cost", sottolineano 60 milioni di consumatori.
Sebbene Auchan e Carrefour se la cavino meglio in questo ambito, mentre Lidl e Intermarché registrano risultati deludenti, "il quadro generale è piuttosto negativo", sottolinea lo studio. Dei 30 prodotti più venduti, solo quattro hanno ricevuto una valutazione "buona", rispetto agli otto punteggi "molto bassi" per tutti i marchi.
In termini di prezzo, i prodotti venduti nei negozi E.Leclerc sono più economici del 5,5% rispetto alla media di tutti i prodotti venduti in tutte le gamme, seguiti da vicino da Carrefour (-2,7%) e Intermarché (-2%), mentre i prodotti venduti nei negozi Monoprix sono in media più cari del 16,7%.
Da notare che Lidl e Aldi sono assenti da questa classifica, pari a 60 milioni di consumatori, sostenendo che la loro elevata percentuale di prodotti distribuiti rende difficile il confronto con altri marchi.
BFM TV