Legge Duplomb: come lo Stato organizza la sua impunità giudiziaria di fronte ai danni ambientali

È una vera star. Non una di quelle che si vedono sul red carpet, certo, ma è comunque una notizia da prima pagina, che scatena passioni, tristi e ribelli, e i loro lamenti selvaggi.
Sin dalla sua adozione da parte della commissione mista il 26 maggio, la legge del senatore "Les Républicains" (LR) Laurent Duplomb è stata al centro dell'attenzione, sia dei suoi ferventi difensori sia dei cittadini preoccupati.
Tanto che due milioni di persone hanno firmato, in poco tempo e in piena estate, una petizione che ne chiedeva l'abrogazione perché rappresenta un pericolo per la biodiversità, la salute e il mondo agricolo.
Dietro questi punti di tensione rappresentati dalla reintroduzione dei pesticidi, dalla facilitazione della costruzione di mega-stagni o dall'accelerazione dell'allevamento intensivo, si teme un'altra conseguenza rimasta per il momento inosservata: l'impunità giuridica dello Stato di fronte ai ricorsi regolarmente presentati (e vinti) dai difensori dell'ambiente.
"Questo fa parte del progressivo indebolimento del diritto ambientale osservato negli ultimi anni", lamenta l'avvocato specializzato Mathilde Lacaze-Masmonteil. Da quando Emmanuel Macron è salito al potere,...
L'Humanité