Rischi psicosociali: l'eccessiva tecnologia digitale danneggia la salute sul lavoro

L'Osservatorio sull'infoobesità e la collaborazione digitale ( OICN ) cerca di rispondere all'ampia domanda sull'impatto della tecnologia sulla salute dei dipendenti pubblicando, giovedì 26 giugno, una sintesi frutto della compilazione di studi scientifici, incrociati con i dati registrati dalla società specializzata in digitale Mailoop.
Questa panoramica, intitolata "Tecnologie digitali e rischi professionali", evidenzia che sia la salute mentale che quella fisica sono a rischio. Fisicamente, affaticamento degli occhi e mal di testa sono causati da un tempo prolungato trascorso davanti a uno schermo, a cui si aggiungono i danni di uno stile di vita sedentario.
Secondo l'indagine dell'Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (2024), la posizione seduta prolungata è diventata il principale fattore di rischio sul posto di lavoro, superando i disturbi muscoloscheletrici (DMS) derivanti da movimenti ripetitivi o da una scarsa ergonomia della postazione di lavoro. "Questa postura favorisce malattie cardiovascolari, diabete e obesità. Precedentemente associati a fattori genetici o allo stile di vita personale, questi disturbi stanno ora diventando malattie professionali con lo sviluppo della tecnologia digitale e in particolare del telelavoro", sottolinea Suzy Canivenc, dottoressa in scienze dell'informazione e della comunicazione e autrice di questa sintesi.
Dieci e trentanove ai verticiLa tecnologia digitale ha un impatto anche sulla salute mentale, intensificando il lavoro e aumentando il tempo dedicato. Tre dipendenti su quattro ritengono che il loro lavoro stia diventando più complesso e il 42% attribuisce questo fenomeno direttamente alla trasformazione digitale ( PEGA, 2022 ). La tecnologia digitale porta inoltre a dedicare sempre più tempo alla gestione delle informazioni (rispondere alle richieste, inviare richieste e promemoria, coordinare il lavoro con altri) a scapito di altre attività. "Queste attività sono raramente menzionate nelle descrizioni delle mansioni e nei programmi di lavoro, sebbene costituiscano una parte significativa del carico di lavoro", osserva Suzy Canivenc.
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lemonde