L'ultima smentita di Shell sui colloqui per la mega fusione con BP lascia la porta aperta a una mossa futura

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Ieri la Shell ha lasciato la porta aperta a una futura offerta di acquisizione per la rivale BP, pur insistendo sul fatto che al momento non starebbe prendendo in considerazione "attivamente" un'offerta.
Il colosso petrolifero ha ribadito la sua smentita sui colloqui di acquisizione dopo che un articolo del Wall Street Journal pubblicato mercoledì sera ha alimentato le speculazioni della City su una mega fusione.
Secondo l'articolo del quotidiano, la Shell era nelle prime fasi dei colloqui con la BP per un'acquisizione di cui si vociferava da tempo.
Un portavoce della Shell ha dichiarato: "In risposta alle recenti speculazioni dei media, la Shell desidera chiarire che non ha preso in considerazione attivamente la possibilità di fare un'offerta per la BP e conferma di non aver contattato né avuto colloqui con la BP in merito a una possibile offerta".
In seguito a questa dichiarazione, alla Shell sarà vietato presentare un'offerta per la BP per sei mesi, in base alle norme britanniche sulle acquisizioni.
Esistono però delle eccezioni che potrebbero consentire la conclusione di un accordo, ad esempio nel caso in cui un'azienda rivale si avventi sulla BP.
Voci di acquisizione: Shell, guidata dal capo Wael Sawan (nella foto), ha ribadito la sua smentita sui colloqui per una futura offerta di acquisizione per la rivale BP
Un accordo tra i giganti del petrolio, che da anni è fonte di speculazioni, probabilmente susciterà resistenza tra gli azionisti britannici della BP.
Il prezzo delle azioni di questa azienda fondata 124 anni è inferiore a quello delle altre, a seguito di una svolta poco brillante verso le energie rinnovabili.
Mentre un tempo i due acerrimi rivali erano testa a testa, oggi la BP vale circa 57 miliardi di sterline, mentre la Shell è valutata 153 miliardi di sterline.
Dan Coatsworth, analista finanziario presso il broker AJ Bell, ha dichiarato: "Shell afferma di non aver preso in considerazione attivamente un'offerta, ma ciò non significa che non lo farà in futuro".
Ha affermato che la BP è un "bersaglio facile" e un "obbiettivo di acquisizione ovvio".
Ha aggiunto: "Se Shell non si muove sulla BP, è probabile che lo faccia qualcun altro. In entrambi i casi, il governo avrà molto su cui riflettere". Un'acquisizione da parte di Shell manterrebbe il colosso energetico di proprietà britannica, ma comporterebbe probabilmente la perdita di posti di lavoro.
Ma un'azienda estera che acquistasse la BP incontrerebbe forti reazioni politiche e si troverebbe ad affrontare severi ostacoli normativi.
Il mese scorso è stato riferito che Shell aveva contattato dei consulenti per elaborare una potenziale offerta, ma che stava aspettando che i prezzi del petrolio e la valutazione del suo concorrente scendessero ulteriormente prima di procedere all'acquisto.
A maggio, il capo della Shell, Wael Sawan, si è rifiutato di escludere un'acquisizione della BP, ma ha affermato che l'asticella per un simile accordo era "molto alta".
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