La Francia annuncia un accordo per dare maggiore autonomia alla Nuova Caledonia

Sabato la Francia e la Nuova Caledonia hanno annunciato un accordo che garantirebbe maggiori libertà al territorio semiautonomo del Pacifico, ma non gli garantirebbe l'indipendenza, a più di un anno dalle violente e sanguinose proteste contro il dominio francese. L'accordo creerebbe lo "Stato della Nuova Caledonia" all'interno della Repubblica Francese, secondo il documento di 13 pagine. Lo Stato sarebbe sancito dalla Costituzione francese e altre nazioni potrebbero riconoscerlo. "Uno Stato della Nuova Caledonia all'interno della Repubblica: una scommessa sulla fiducia", ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron sui social media. L'accordo deve essere approvato sia dal parlamento francese che dal popolo della Nuova Caledonia, un arcipelago del Pacifico con una popolazione di circa 270.000 abitanti. Si conclude così un teso negoziato che ha coinvolto il governo francese e i gruppi indipendentisti e anti-indipendentisti del territorio. L'anno scorso in Nuova Caledonia si sono verificate proteste e rivolte a causa di una proposta di emendamento alla Costituzione francese che alcuni indigeni Kanak temevano avrebbe indebolito il loro potere di voto e ostacolato la loro aspirazione all'indipendenza. Durante le rivolte morirono sette persone, molte altre rimasero ferite e le aziende subirono perdite per centinaia di milioni di dollari. La Francia ha dichiarato lo stato di emergenza per il territorio, che possiede ingenti riserve di nichel ed è un punto d'appoggio cruciale per la Francia in una regione in cui la Cina sta affermando la sua influenza. Centinaia di agenti di polizia francesi armati sono stati mobilitati. Macron denunciò le proteste dell'epoca definendole un "movimento insurrezionale" e invitò i gruppi indipendentisti e anti-indipendentisti a negoziare un accordo che sarebbe stato sottoposto all'approvazione di un referendum popolare in Nuova Caledonia. L'accordo annunciato sabato creerebbe la cittadinanza neocaledoniana e consentirebbe ai residenti di avere la doppia cittadinanza francese e neocaledoniana. I cittadini francesi residenti in Nuova Caledonia da 10 anni "acquisirebbero" la cittadinanza neocaledoniana. Questa disposizione sembra rispondere al malcontento che ha portato alle rivolte del 2024: il sostegno del governo francese a un emendamento costituzionale che avrebbe concesso il diritto di voto ad alcune persone che si erano trasferite nel territorio dopo il 1998. Il voto era stato rinviato per oltre vent'anni dopo che il governo francese, negli anni '80, aveva accettato di indire un referendum sull'indipendenza, in seguito a un conflitto armato che aveva causato decine di vittime. Le autorità avevano anche accettato di congelare le liste elettorali in modo che i nuovi arrivati, ritenuti più propensi a sostenere il governo francese, non influenzassero il voto. Le tensioni covano da decenni nel territorio a causa delle disuguaglianze sociali di lunga data e della prospettiva dell'indipendenza. La Francia annesse la Nuova Caledonia nel 1853 e la popolò con coloni bianchi. Gli indigeni Kanak costituiscono ora circa il 40% della popolazione, mentre gli europei ne costituiscono circa un quarto. Il territorio ha ospitato tre referendum per l'indipendenza dal 2018 al 2021; tutti e tre sono stati bocciati. Il malcontento è emerso nel 2021 quando Macron ha insistito per tenere il terzo referendum nonostante le richieste dei leader kanak di rinviarlo a causa della pandemia di coronavirus. Molti leader Kanak hanno chiesto il boicottaggio del voto e da allora si sono rifiutati di accettare i risultati, in cui il 97% degli elettori voleva che il territorio restasse alla Francia, ma solo il 44% della popolazione ha votato. I referendum precedenti erano stati approvati con una maggiore affluenza alle urne, ma con margini più ridotti.