Battisti (Gesap): «Con i privati lo scalo di Palermo sarà acceleratore di sviluppo economico»


Partnership pubblico-privata, investimenti green e digitale, una nuova centralità per l’aeroporto nel Mediterraneo. L’avvio della privatizzazione della Gesap che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, con la decisione dell’assemblea degli azionisti di qualche giorno fa, è solo un punto di partenza di un percorso che riguarda lo scalo. Per la fine di ottobre o al massimo i primi di novembre è attesa la nomina dell’advisor e questo è già un dato importante: la società di gestione ha chiuso il bilancio 2024 con un utile netto di esercizio di 13.650.456 (+11,56 %), ebitda ad oltre 31 milioni rispetto ai quasi 29 milioni dello scorso esercizio, un valore della produzione di 79.788.272 (+6,43 % rispetto al 2023).
L’assemblea dei soci di Gesap (i principali sono Comune e Città metropolitana di Palermo con il 72,8% delle quote e Camera di commercio Palermo-Enna con il 22,8% delle quote) ha dato pieno mandato al nuovo amministratore delegato Gianfranco Battisti, esperto del settore trasporti, già amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato dal 2018 al 2021 che qui spiega quali sono la filosofia di fondo e i passaggi concreti per lo sviluppo dell’aeroporto del capoluogo siciliano nei prossimi anni.
La Gesap si prepara a un passaggio storico con l’ingresso di capitali privati. Come cambia la prospettiva di sviluppo dello scalo?
L’apertura del capitale, se guidata da un modello di governance solido, può trasformare un’infrastruttura in un acceleratore di sviluppo economico. Il nostro obiettivo è attrarre partner industriali globali, in grado di portare competenze, tecnologie e capitali di medio-lungo periodo. Vogliamo collocare il “Falcone Borsellino” tra i grandi hub del Mediterraneo, con una strategia che coniughi tutela dell’interesse pubblico e capacità di competere nello scenario internazionale. Il pubblico manterrà un ruolo attivo grazie a strumenti come il golden power, a garanzia di occupazione, rotte sociali e standard di servizio.
In un contesto globale in rapida trasformazione, come deve essere un aeroporto del futuro?
Le tendenze globali indicano tre direttrici chiare: sostenibilità, digitalizzazione e centralità del passeggero. Gli aeroporti dovranno essere infrastrutture a impatto ambientale ridotto, energeticamente autonome e integrate con le reti di mobilità urbana e regionale. La componente digitale sarà decisiva ad esempio dal Digital Twin per la gestione predittiva delle operazioni, ai sistemi biometrici per ridurre i tempi di imbarco, fino a piattaforme di smart metering per ottimizzare consumi e performance. Infine, il passeggero dovrà vivere un’esperienza immersiva, con servizi personalizzati e un forte richiamo all’identità culturale del territorio.
Quali sono le priorità di investimento per Palermo nei prossimi anni?
Il nostro piano al 2030 prevede oltre 250 milioni di euro di investimenti, con cinque assi principali: ampliamento modulare del terminal, autonomia energetica tramite fotovoltaico e storage, preparazione ai carburanti sostenibili come idrogeno e Saf (il carburante sostenibile per l’aviazione, ottenuto da fonti rinnovabili e non fossili ndr), potenziamento dell’offerta commerciale e creazione di un distretto turistico-esperienziale all’interno dello scalo. A questo si aggiungono interventi per migliorare la puntualità e ridurre drasticamente i tempi di attesa ai controlli e al ritiro bagagli.
La Sicilia ha più aeroporti: come si inserisce Palermo in un sistema regionale integrato?
Con il progetto “Aeroporti di Sicilia” vogliamo promuovere una visione di complementarietà. Palermo sarà sempre più orientato all’internazionalizzazione e al traffico business, mentre ad esempio Trapani potrà specializzarsi nei flussi stagionali e nei mercati di nicchia. Questo approccio consente di ottimizzare le risorse, aumentare la connettività dell’isola e massimizzare l’impatto economico complessivo.
Che ricadute avrà questo sviluppo sul territorio?
Ci aspettiamo benefici concreti su occupazione, indotto e attrattività. Parliamo di centinaia di nuovi posti di lavoro diretti e di una filiera di Pmi locali coinvolte in costruzioni, manutenzione, digitalizzazione, catering, logistica e servizi ambientali. L’espansione delle rotte e l’aumento dei flussi turistici ad alto valore aggiunto contribuiranno a destagionalizzare il turismo, mentre le partnership con università e Its svilupperanno le competenze necessarie alla gestione di un’infrastruttura moderna e sostenibile.
In sintesi, come vede il “Falcone Borsellino” nel 2030?
Lo vedo come un aeroporto connesso, sostenibile, digitalmente avanzato e pienamente integrato con il territorio. Un’infrastruttura capace di attrarre passeggeri, investitori e talenti, posizionando Palermo come una porta strategica d’accesso al Mediterraneo. Un modello di partnership pubblico-privata che diventi un caso di successo per l’intero Mezzogiorno.
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