Riarmo Italia, Meloni aderisce al fondo Safe: prestito da 150 miliardi dall’Ue

Il Governo ha annunciato che l’Italia aderirà al fondo per la difesa Safe. Si tratta di uno strumento predisposto dall’Unione europea per permettere agli Stati di investire nell’equipaggiamento dei propri eserciti, con l’obiettivo principale di integrare le forze armate europee per renderle più resistenti in caso di un attacco esterno.
Il fondo Safe fa parte del piano per la difesa europea dell’Ue, che ha avuto inizio dopo gli attacchi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Nato. L’Europa è sempre più preoccupata che, in caso di attacco esterno, gli Stati Uniti non rispetteranno gli impegni presi e non interverranno per difendere i propri alleati.
L’Italia aderisce al fondo SafeLa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di ritorno dall’Etiopia, ha convocato a Palazzo Chigi alcuni dei ministri più importanti del suo Governo per discutere dell’adesione dell’Italia al fondo per la difesa europea Safe.
All’incontro erano presenti:
- il ministro degli esteri Antonio Tajani;
- il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti;
- il ministro della Difesa Guido Crosetto in videochiamata;
- il ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti.
Dal vertice è arrivata l’approvazione dell’adesione del nostro Paese al fondo, che prevede 150 miliardi di euro per modernizzare e integrare gli eserciti europei. Fonti del Governo hanno spiegato che questo denaro permetterà di alleggerire le spese dello Stato nel settore della difesa, finanziando programmi già pianificati per i prossimi cinque anni, tra il 2026 e il 2030.
Cos’è il fondo SafeIl fondo Safe (Support for ammunition and armaments production framework) è il principale strumento con cui l’Unione europea vuole spingere gli Stati a investire nella difesa. È finanziato con denaro preso dal bilancio dell’Ue, ma i soldi possono essere utilizzati con precise limitazioni.
In particolare, i fondi del Safe sono soggetti alla regola di preferenza europea. Per ottenerli, gli armamenti finanziati devono essere obbligatoriamente prodotti per il 65% del proprio valore:
- in un Paese dell’Ue;
- in Ucraina:
- in un Paese dello Spazio economico europeo (Norvegia, Islanda);
- in un Paese dell’Associazione europea di libero scambio (Svizzera).
Alcuni altri Paesi selezionati, come Regno Unito, Corea del Sud e Giappone, potranno partecipare alla quota del 65%, ma solo dopo accordi bilaterali specifici. Esclusi, almeno per il momento, gli Stati Uniti, nonostante l’accordo sui dazi preveda un grande acquisto di armamenti americani da parte dell’Ue.
La Nato avverte: la Russia sarà pronta ad attaccare nel 2027L’obiettivo del Safe, e dell’interno programma europeo per la difesa, è quello non solo di ammodernare, ma soprattutto di integrare gli eserciti europei. Al momento infatti, pur essendo quasi tutte nella Nato, le forze armate dei Paesi Ue utilizzano armi, mezzi e munizioni non sempre compatibili tra loro.
Questo ostacolerebbe la collaborazione nel caso in cui fossero costretti a difendersi da un’aggressione esterna. Un’ipotesi che, secondo la Nato, potrebbe non essere così remota. I servizi segreti di diversi Paesi dell’alleanza hanno avvisato che la Russia sarebbe pronta ad attaccare uno dei Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) a partire dal 2027. L’obiettivo sarebbe quello di testare l’unità della Nato e dell’Ue, che allora sarà reduce da almeno due anni di presidenza Trump.
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