SBTi, lo standard per il settore dell’oil&gas in pausa, le big del petrolio non lo approvano


Shell, Aker BP ed Enbridge, tre grandi gruppi energetici attivi nel settore del petrolio e del gas, hanno deciso di abbandonare un processo (durato sei anni) per contribuire alla definizione di una strategia a “emissioni nette zero” per il comparto dell’oil&gas. Secondo quanto riportato dal Financial Times, la decisione è arrivata dopo che, nelle bozze degli standard della Science Based Targets initiative (SBTi) in discussione, si stabiliva che le aziende non avrebbero più potuto sviluppare nuovi giacimenti petroliferi o di gas una volta presentato il proprio piano climatico alla SBTi, o comunque entro la fine del 2027. Le bozze prevedevano inoltre una significativa riduzione della produzione di combustibili fossili.
Le tre aziende si sono ritirate dal gruppo consultivo di esperti della SBTi tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Shell ha dichiarato che il proprio rappresentante ha lasciato il gruppo dopo aver visto una bozza che “non rifletteva in modo sostanziale il punto di vista dell’industria”, ribadendo che lo standard dovrebbe essere realistico e fornire alle aziende un’adeguata flessibilità per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Aker BP ha motivato il ritiro con la propria “capacità limitata di influenzare lo standard”, pur specificando che tale decisione “non riflette in alcun modo una mancanza di impegno nella lotta al cambiamento climatico”. Enbridge ha invece rifiutato di commentare.
Dopo queste defezioni, il lavoro della SBTi sullo standard per il settore oil & gas è stato ufficialmente “messo in pausa” per “motivi di capacità organizzativa”, anche se membri interni al gruppo di esperti hanno affermato che il progetto è stato di fatto deprioritizzato, nonostante fosse stato inizialmente indicato come una priorità assoluta. La SBTi ha negato che la sospensione sia collegata all’uscita delle aziende energetiche, sostenendo che “non c’è alcun fondamento in tali affermazioni”.
Nel frattempo, la SBTi ha indebolito anche le linee guida rivolte alle istituzioni finanziarie, uscite ieri, e che riguardano la cessazione del finanziamento o dell’assicurazione di progetti legati a nuovi giacimenti petroliferi o di gas. La scadenza per l’attuazione di questi impegni, inizialmente prevista per il 2025, è stata infatti posticipata al 2030. Secondo fonti vicine ai lavori, questa decisione è stata presa dopo l’insediamento del nuovo CEO della SBTi, David Kennedy, lo scorso marzo, e con il suo esplicito sostegno.
La Science Based Targets initiative è un organismo volontario ma altamente influente: aziende come Apple, AstraZeneca e altre multinazionali hanno cercato la sua approvazione per rafforzare la credibilità delle proprie strategie climatiche.Tuttavia, l’abbandono da parte di grandi attori del settore energetico solleva interrogativi sulla reale applicabilità e accettabilità degli standard proposti, in un contesto in cui il riscaldamento globale continua a essere alimentato in gran parte dalla combustione di fonti fossili.
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