Stellantis vola a Piazza Affari. L'accordo Usa-Giappone sui dazi spinge il comparto auto

(Il Sole 24 Ore Radiocor)- Stellantis sugli scudi a Piazza Affari, insieme a tutto il comparto auto europeo dopo che, dopo mesi di intensi negoziati, Stati Uniti e Giappone hanno siglato nella notte un accordo commerciale che taglia drasticamente dal 25 al 15% le tariffe volute dal presidente americano Donald Trump contro il proprio principale alleato asiatico. Nell’accordo è incluso anche il settore dell’automotive, che da solo vale un quarto dell’export nipponico verso gli Stati Uniti ed è uno dei principali driver del suplus commerciale giapponese verso l'America. In cambio, Tokyo ha annunciato che finanzierà investimenti negli Stati Uniti fino a un massimo 550 miliardi di dollari.
«L'accordo segnala che il 25% di dazio sulle auto, che finora è stato tenuto distinto dai dazi generali come quelli su acciaio ed alluminio, non è un tabù invalicabile, e che può essere oggetto di negoziazione, il che lascia sperare che venga ridotto anche per gli altri paesi, ribilanciando la situazione competitiva su livelli più bassi per tutti», spiegano gli analisti di Intermonte. Il comparto beneficia anche del fatto che Renault nel primo semestre ha registrato un aumento dell'1,3% delle vendite globali nel primo semestre, raggiungendo 1,16 milioni di immatricolazioni e in Europa, il suo mercato principale, il gruppo ha registrato una crescita del 5,4% con 708.106 veicoli immatricolati. Inoltre, ieri a mercati aperti General Motors ha riportato risultati per il secondo trimestre leggermente meno peggio del previsto con ricavi per 47,2 miliardi di dollari (+2% anno su anno, contro un consensus per 45,9 miliardi), ebit di 3 miliardi (-32% ma sopra le stime per 2,9 miliardi), utile per azione per 2,53 dollari (-17% ma meglio del consensus per 2,35 dollari), anche se a livello divisionale la regione chiave Nord America ha riportato margini inferiori al previsto (6% contro stime per 6,7%). La guidance 2025, che implica un calo dell’ebit superiore al 30% nella seconda metà dell'anno contro il -21% del primo semestre è stata confermata ed è coerente con le attese di consenso.
Sale di buon passo Iveco Group . A sostenere il titolo due fattori. Il primo, più generale, riguarda l’accordo sui dazi siglato nella notte tra Giappone e Stati Uniti che taglia drasticamente dal 25 al 15% le tariffe volute dal presidente americano Donald Trump contro il proprio principale alleato asiatico. Nell’accordo è incluso anche il settore dell’automotive e questo dà impulso al settore sia dell’auto che dei truck. Il titolo Iveco però beneficia anche dei buoni conti della società statunitense Paccar che nel secondo trimestre sono stati superiori alla attese. Nel dettaglio il produttore di camion statunitense ha superato le stime di profitto e ricavi del secondo trimestre, grazie alla forte domanda nel segmento dei ricambi aftermarket. «Il mercato dei camion nordamericano è influenzato dalle condizioni economiche, dall'impatto incerto dei dazi doganali e da un mercato dei carichi deboli», ha dichiarato l'amministratore delegato Preston Feight.
Per Iveco, sullo sfondo restano i colloqui con Tata Motors che sarebbe interessata ad acquisire la quota di maggioranza attualmente in mano a Exor. Rumors che nelle sedute precedenti hanno dato impulso alle azioni di Iveco. Il deal, che secondo indiscrezioni di stampa sarebbe praticamente pronto, dovrà essere preceduto dallo scorporo della divisione Difesa (a cui guardano Leonardo e Rheinmetall); una operazione che permetterebbe di creare una “Iveco più light” e quindi più nelle corde di Tata Motors e allo stesso tempo di espandersi nel mercato indiano. La settimana prossima la società fornirà i conti semestrali e non si escludono aggiornamenti sul dossier.
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