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Bari, l’ora delle scelte: nodo tecnico e ds, tre le ipotesi sul tavolo

Bari, l’ora delle scelte: nodo tecnico e ds, tre le ipotesi sul tavolo

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Lunedì 26 Maggio 2025, 14:45

BARI - Ancora al palo. La stagione sportiva del Bari è conclusa ormai da dodici giorni, ma ancora nulla trapela sul futuro. Possibile che nelle prossime ore il presidente Luigi De Laurentiis proceda a confronti più serrati con Giuseppe Magalini e Moreno Longo: il direttore sportivo e l’allenatore sono entrambi sotto contratto per la prossima stagione (peraltro con opzione di rinnovo per un ulteriore torneo), ma è evidente che abbiano nettamente fallito la missione. Difficile, però, che il club si accolli due ingaggi piuttosto pesanti, partendo con una spesa notevole sul groppone. Ecco perché è imprescindibile un dialogo franco tra la proprietà e i vertici dell’area tecnica per comprendere se esistano davvero i presupposti per ripartire insieme oppure se sia più opportuno lasciarsi, magari provando a cercare un accordo di risoluzione sul piano contrattuale. Nel frattempo, però, si fanno largo alcune ipotesi di lavoro. Ecco tre possibili strade: ognuna presuppone una diversa strategia.

Se fossero confermati sia il ds Magalini, sia il suo «vice» Valerio Di Cesare, decollerebbe esponenzialmente la pista che conduce a Vincenzo Vivarini. Il tecnico abruzzese è già stato la principale idea dello scorso anno: con il dirigente mantovano ha costruito il miracolo Catanzaro, condotto dalla C ai playoff per la serie , mentre con l’ex capitano ha condiviso in biancorosso la stagione 2019-20, i difficili momenti della pandemia, nonché la lunghissima serie utile di 27 risultati consecutivi che si spezzò soltanto nella finale degli spareggi per la B, contro la Reggiana. Una delusione che spinse il presidente Luigi De Laurentiis a separarsi dall’allenatore pescarese, salvo poi ammettere pubblicamente di aver commesso un errore. Dodici mesi fa l’idea di riportarlo tra i Galletti tramontò rapidamente: difficile strappare al Catanzaro sia il dirigente di riferimento, sia il tecnico che finì al Frosinone con cui firmò un contratto biennale, salvo poi essere esonerato dopo appena nove turni (e sei punti conquistati). Ora potrebbero essere maturi i presupposti per riallacciare il filo della storia bruscamente interrotta in Puglia.

Non è un mistero: Guido Angelozzi gode della più ampia stima dell’entourage barese. A cominciare dalla proprietà che ne apprezza le doti umane, il carisma e soprattutto la capacità di ottimizzare budget nel complesso contenuti costruendo squadre vincenti e sovente improntate sui giovani. Ma soprattutto il manager siciliano è amato da una piazza che non ha dimenticato la sua totale dedizioni in anni (dal 2010 al 2014) «terribili» per il club, alle prese con il disimpegno della famiglia Matarrese e fortissime difficoltà finanziarie. Il dirigente catanese, a sua volta, ha Bari nel cuore ed è prossimo a lasciare Frosinone. Potrebbe essere il classico treno da non perdere per provare a restituire un pizzico di entusiasmo ad una città disillusa. Il suo eventuale ritorno potrebbe aprire alla candidatura di Paolo Bianco, che ha Frosinone ha centrato una salvezza (sarà ufficiale non appena si definirà il caso Brescia, avviato almeno ad una penalizzazione) ormai insperata, grazie a 20 punti raccolti in appena 12 turni.

Attenzione, infine, al binomio targato Juve Stabia, ovvero la rivelazione assoluta della stagione cadetta. Matteo Lovisa, appena 29enne, è un direttore sportivo particolarmente apprezzato dall’entourage della Filmauro che lo valutò anche la scorsa estate, dopo la promozione dei campani in B. Nel frattempo, si è confermato nella categoria superiore centrando il quinto posto con risorse decisamente limitate. Un miracolo sportivo (difficilmente ripetibile) che potrebbe proiettarlo verso una piazza molto più ambiziosa. Se così fosse, facile che proverebbe a portare con sé il tecnico con cui lavora in simbiosi da due anni: non soltanto un mister illuminato, ma un trascinatore che non teme le sfide più ardue. Le tracce di lavoro, dunque, non mancano. Ma ora occorrono segnali eloquenti. Ogni giorno che passa senza novità corrisponde ad un ulteriore distacco tra una tifoseria umiliata e una squadra di calcio che sembra dimenticata.

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