Bari, Nesta ormai pronto al «sì»: ieri l’incontro con De Laurentiis

BARI - Luigi De Laurentiis ha deciso. Così sembra, meglio. Il Bari ha deciso di imprimere un’accelerata alla questione allenatore. Tanto che ieri il massimo dirigente biancorosso è sceso in campo incontrando Alessandro Nesta, che da qualche giorno dava l’idea di essere in pole position. L’ex difensore campione del mondo ha accettato il colloquio perché non è certo intenzionato a chiudere la porta a priori. A nessuno piace abbandonare la serie A dopo appena una stagione (negativa dopo la retrocessione sulla panchina del Monza), però è anche vero che uno come lui non può che avere un pessimo rapporto con la sconfitta e che, dunque, la voglia di rivincita potrebbe spingerlo ad accettare una sfida, sì, complicatissima ma anche affascinante. Pe il blasone della piazza e la passione dei tifosi.
Nesta aveva avuto un primo scambio di opinioni con Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare, decisi a puntare su un allenatore motivato e, soprattutto, dotato di forte personalità. Quello che serve per gestire un ambiente fibrillato e un gruppo squadra che avrà bisogno di una guida sicura e autorevole. Nesta ha alle spalle buoni campionati in serie B (Perugia e Frosinone ai playoff, una salvezza tranquilla a Reggio Emilia con una squadra dalle limitate qualità tecniche). Di lui dicono che non ami vendere fumo e che pensi al calcio come a un qualcosa di non particolarmente arzigogolato. Non è il classico allenatore che crede di avere inventato il calcio, anzi. E nemmeno pensa che i calciatori siano meno importanti della guida tecnica.
Nesta potrebbe dire «sì» nella giornata di oggi. Ovviamente dopo aver ottenuto quel minimo di garanzie per rendere credibile l’inizio di un percorso (da queste parti parlare di progetto è diventato un esercizio acrobatico). Innanzitutto il contratto. Nesta, evidentemente, punta a onnerere un vincolo biennale. Dall’altra parte ci sarebbe stata qualche resistenza, magari nel timore di ritrovarsi a gestire un Longo-bis. E, quindi, eventualmente di vincolare il rinnovo al raggiungimento dell’obiettivo. Quale? Nessuno si aspetti sostanziali novità. Il Bari comincerà la stagione per ottenere un posto nei playoff. Che possono essere tutto o nulla. Più spesso il nulla, evidentemente. L’ottavo posto vuol dire metà classifica. Una salvezza tranquilla, poco più. L’esatto contrario di ciò che la gente del Bari vorrebbe vivere. Qui ci sarebbe da cavalcare l’onda dell’ambizione. E invece tocca raccontare di gestioni frenate. Senza lo slancio e il coraggio di chi ha in testa una sola cosa: provare a vincere il campionato.
C’è, poi, la questione Longo. Il mister torinese è legato al Bari per un’altra stagione, con un ingaggio abbastanza «pesante». Il club biancorosso spera di poter risolvere la questione con il minor danno possibile sul piano economico. L’unica strada percorribile riguarda la possibilità che Longo trovi un’altra squadra e, conseguentemente, abbia bisogno di liberarsi. Ma se così non fosse è difficile immaginare ci possa scappare un accordo. D’altronde perché il tecnico dovrebbe dimettersi? Si può discutere del lavoro fatto e dei risultati. Non certo del suo impegno per la causa e della sua professionalità. I contratti andrebbero rispettati sempre. Anche quando sono gli allenatori a fare i furbetti, ci mancherebbe.
La Gazzetta del Mezzogiorno