Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

Bari, panchina «calda»: Magalini verso la conferma

Bari, panchina «calda»: Magalini verso la conferma

BARI - Un passo alla volta. Provando a non stravolgere l’ordine logico delle cose. Il primo punto all’ordine del giorno in casa Bari chiama in causa la figura di Giuseppe Magalini, che a giugno festeggerà il primo anno in biancorosso. Il direttore sportivo di origini venete ha un altro anno di contratto ma l’impressione è che ci sarà una valutazione sul suo operato. Com’è giusto che sia dopo una stagione così deludente. L’impressione è che il matrimonio non verrà interrotto. Ma è indubbiamente questa la priorità. La figura di riferimento dell’area tecnica è l’uomo a cui la società affida l’organizzazione a 360°.

Il destino di Moreno Longo, passando al punto numero due, è indubbiamente collegato al nome del direttore sportivo. Inutile girarci attorno, gli ultimi mesi della stagione hanno incrinato il rapporto tra dirigenza e allenatore. Anche dall’esterno si è respirata «lontananza». Di idee e, soprattutto, di comunicazione. Magalini e Di Cesare erano e restano convinti di aver costruito una rosa in grado di centrare l’accesso ai playoff. Longo ha scelto, sin dall’alba della stagione, un profilo basso. Forse troppo anche rispetto alla legittima scelta di procedere per step all’indomani di un campionato terribile e di un mercato che ha portato in dote l’ennesima rivoluzione. Se non si è d’accordo sul valore del gruppo... normale che sorgano dubbi sulla reale possibilità di continuare insieme.

Una cosa deve essere chiara. La conferma di Longo ci sta, parliamo di un allenatore che non è certo l’ultimo arrivato. Ma deve essere frutto di una scelta condivisa (società e staff di mercato) e, soprattutto, convinta. Altrimenti c’è il rischio di andare incontro a clamorosi errori strategici. Ve la ricordate la vicenda Mignani dopo la beffa nella finale playoff contro il Cagliari? Sbagliare ci sta, a patto di avere l’umiltà di imparare dagli errori. In quella circostanza non si ebbe il coraggio di dire al tecnico genovese (quest’anno settimo alla guida della matricola Cesena, un altro bel risultato per lui) che non c’era la fiducia per poter continuare il percorso insieme. La madre di tutti gli sbagli di una stagione da incubo. Con Polito, poi, protagonista di un crescendo di «forzature» figlie di una partenza con il piede sbagliato, l’incerta conferma di Mignani appunto. Quando ti convinci che la rosa è forte e che non funziona per colpa dell’allenatore... normale che poi si resti pericolosamente sulla strada della sopravvalutazione del gruppo. Anche a dispetto dei risultati. Ma questa è, ormai, storia vecchia. Il problema vero riguarda il presente. Che per mille motivi va affrontato con idee chiare e atteggiamenti fermi.

Anche Longo, come Magalini, è ancora contrattualmente vincolato al Bari. E il suo non è certo un contratto «leggero». Conoscendo l’attenzione della proprietà alle questioni di natura economico-finanziaria non è difficile immaginare che il «peso» dell’ingaggio di Longo nel budget della squadra sarà oggetto di approfondimenti. Pur nella consapevolezza che ci saranno altre valutazioni da fare. Sapendo che il Bari è atteso da una stagione assai complicata, anche sul piano ambientale dopo il crescente distacco della tifoseria. Ci sono tanti modi per far quadrare i conti del club. Ma è vietato fallire le scelte. Niente passi falsi, insomma. È necessario che il Bari riparta da un allenatore che sia piena espressione del presidente e del direttore sportivo. E questo vale anche in caso di addio di Magalini. Piacciono Possanzini e Donati. Ma i giochi sono ancora apertissimi.

L’avventura di Aurelien Scheidler con il Bari è terminata in anticipo. Il club biancorosso ha annunciato, ieri pomeriggio, che il Fcv Dender Eh, formazione militante nella Jupiler Pro League (prima divisione belga), ha esercitato il diritto di riscatto. Scheidler arrivò a Bari durante la gestione Polito. Fu pagato due milioni di euro, un’enormità per un club che ha sempre trascurato la strada della patrimonializzazione. Un investimento «strano», diciamo in controtendenza. Ma tant’è. Da oggi l’attaccante diventa ufficialmente un ex biancorosso.

La Gazzetta del Mezzogiorno

La Gazzetta del Mezzogiorno

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow