Conquistando Wimbledon Sinner porta il tennis italiano dove non era mai stato


(foto EPA)
a londra
L'altoatesino entra a far parte della ristrettissima cerchia d'elite dei vincitori dello slam londinese. Cronaca di un "sogno dei sogni"
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Wimbledon. Jannik Sinner è il primo italiano della storia del tennis a vincere Wimbledon, il più prestigioso degli slam, “the dream of the dreams”, come ha detto al pubblico a fine partita, dopo i complimenti e la consegna del trofeo da parte della principessa del Galles, Kate Middleton, patron dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club (Aeltc), il club tennistico che dal 1877 organizza i Championships. 4-6, 6-4, 6-4, 6-4 è il risultato di una finale che certifica il momento formidabile del tennis italiano, il più alto della sua storia, e iscrive Jannik Sinner nel firmamento dei grandissimi: quattro slam in bacheca, il primo sull’erba londinese, e quarta finale major consecutiva.
La partenza di Sinner è un po’ timorosa. Il braccio sembra bloccato, ma il servizio è quello dei giorni migliori. Nel quinto gioco arriva il break del tennista italiano. Lo 0-15 è una carezza che fa sospirare il pubblico del Centre Court, compreso André Agassi, in total white nella Royal Box, seduto una fila sopra Kate, William e i figli George e Charlotte. Ma Alcaraz alza i giri del motore: una stop volley deliziosa, un’accelerazione di dritto e un errore di rovescio di Sinner consegnano il contro break allo spagnolo. Quando lo scambio si allunga, l’impressione è che sia Alcaraz a guidare, e Sinner a resistere, a arginare, a contenere la furia roja. Il vincitore uscente di Wimbledon va sul 5-4 e sul servizio di Sinner conquista il set con una fantastica difesa in back che fa esplodere tutto il Centrale.
Alla vigilia, Juan Carlos Ferrero aveva detto al suo Carlos di giocare “con gioia” questa finale. Ma all’inizio del secondo set iniziano a apparire le prime crepe. Pronti via ed è break Sinner, dopo un game del tennista spagnolo giocato forse con troppa leggerezza. Sotto 2-0, il polso dello spagnolo fa uscire una sequenza di colpi strepitosi, ma la diga alzata da Sinner resiste. Sugli spalti un sosia di Björn Borg che indossa una fascetta con i colori della Spagna prova a incitare Alcaraz, ma il pugnetto del ragazzo di Murcia verso il suo box è più timido del solito. Uno spettatore stappa una bottiglia di champagne e il tappo finisce in campo: Sinner lo raccoglie tra le risatine e gli applausi del pubblico. Ma nonostante il siparietto, non perde la concentrazione e conserva gelosamente il suo break fino alla fine, approfittando del passaggio a vuoto dello spagnolo. L’ultimo gioco del secondo parziale è un crescendo rossiniano, un colpo più spettacolare dell’altro: un set pari. All’inizio del terzo, c’è qualche rimpianto per le due palle break non sfruttate nel primo game, come in quello precedente. Ma l’occasione si ripropone sul 4-4, e questa volta Sinner non sbaglia. Dopo una super risposta, il numero uno al mondo chiude con una comoda volée e va a servire per il secondo set. Un doppio fallo d’ingresso fa tremare i tifosi di Sinner, ma non lui. Reagisce subito e si conquista due set point: gli basta il primo con il servizio vincente. Le prime di Alcaraz crollano col passare dei set, mentre quelle di Sinner salgono. All’inizio del primo game del quarto set Alcaraz prova a caricarsi, “Vamos!”. Ma Sinner è solidissimo, diventa asfissiante nella risposta e ottiene il break che lo porta avanti 2-1. Ennesimo turno di servizio senza sbavature ed è 3-1. Alcaraz sente che la partita gli sta sfuggendo di mano e fa andare troppo il braccio, esagera, esonda. “Sí, se puede”, provano a caricarlo i suoi amici seduti nel suo angolo. “No, no se puede”. E lo si capisce quando un nastro fortunato regala a Sinner il punto del 4 a 2. Forza Jannik, dai Jannik, come on Jannik, gridano i sostenitori del tennista italiano, mentre Sinner sta per servire per il match. Dopo un rovescio vincente che lo porta 30-0, va a rete a prendersi tre Championships point. Il primo se ne va con un rovescio in rete, il secondo è un servizio vincente che chiude la contesa e porta il titolo di Wimbledon nella bacheca di un tennista italiano, come nessuno aveva mai fatto in 138 anni di storia dei Championships.
Davanti agli occhi della madre Siglinde e del padre Hanspeter, Jannik alza le braccia al cielo, poi si china sull’erba del Centre Court, quasi a dirle grazie per aver cancellato i brutti ricordi di Parigi e dell’ultimo Roland Garros, perso per un soffio proprio contro Alcaraz. “Quando si è giovani vincere Wimbledon è il sogno dei sogni, perché è lontanissimo, ora lo sto vivendo ed è bellissimo”, ha detto Sinner durante la cerimonia di premiazione, mentre il sole completava la sua discesa sulla collina dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Dopo la vittoria del torneo, la Chair of the Board dell’Aeltc ha accompagnato il tennista italiano nella sala dell’albo d’oro di Wimbledon, dove da ieri sera, accanto all’anno 2025, è inciso il suo nome: J. Sinner. Come da tradizione, gli è stata apposta sulla giacca la spilla dell’Aeltc che lo fa entrare nel circolo ristrettissimo dei membri onorari del club. Grazie a questo privilegio, potrà giocare senza passare dalle qualificazioni fino a quando sarà in grado di competere, e accedere alle strutture dell’Aeltc, inclusi i campi per gli allenamenti e altre location, anche al di fuori del torneo. “È bellissimo, spero che la mia carriera duri a lungo e poi ci penserò a tornare qui da membro”, ha risposto durante la cerimonia. Sono passate da poco le 20 quando Sinner si affaccia dalla terrazza dell’Aeltc con la coppa d’oro in mano, acclamato dalla folla, prima della cena di gala e del tradizionale ballo con la vincitrice del singolare femminile, che quest’anno è la polacca Iga Swiatek. “Ora posso anche ritirarmi”, scherzava Ubaldo Scanagatta in sala stampa a fine serata, mentre gli altoparlanti dell’Aeltc invitavano gentilmente gli spettatori a dirigersi verso i Doherty Gates dando appuntamento al prossimo anno. Il cielo è azzurro sopra la City.
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