Foggia, l’orgoglio di Perina: «Salvezza voluta col cuore»

Nei playout è vitale segnare ma anche non subire reti. In copertina non solo Emmausso, che ha realizzato il gol-vittoria. L’uomo-partita del Foggia, nello spareggio contro il Messina, è stato anche Pietro Perina, in lacrime a fine gara. Alla mezz’ora della ripresa, il portiere andriese ha neutralizzato il rigore calciato da Luciani, la grande chance che avrebbe potuto riportare in gioco i siciliani e far passare poi un brutto quarto d’ora ai rossoneri.
È accaduto tutto in pochi minuti, emblema di come il calcio possa in fretta ribaltare destini, verdetti, emozioni: il Foggia è passato dalla gioia del 2-0 che avrebbe chiuso i conti alla grande paura di subire l’1-1 e rivedere i fantasmi. Il Var ha annullato la rete a Mazzocco (per fuorigioco) e poi ha richiamato l’arbitro Calzavara di Varese, che ha rivisto al monitor l’intervento in area di Parodi su De Sena e ha decretato il penalty. Nel momento fatidico della partita, Perina è rimasto lucido, si è tuffato sulla sua sinistra ed è riuscito a respingere in angolo, con le gambe, la conclusione dagli undici metri del centravanti giallorosso. «È stata un’emozione unica, indescrivibile quella di parare un rigore nel momento più importante e delicato dello spareggio e della stagione - racconta l’estremo difensore ex Vicenza, Cosenza, Turris e Monopoli -. Ero sicuro che Luciani avrebbe scelto quell’angolo. Abbiamo giocato una grande partita sabato scorso, confermando quanto di buono avevamo fatto vedere a Messina nel match d’andata dei playout. Anche nella gara di ritorno abbiamo concesso poco o nulla ai nostri avversari, fatta eccezione per il rigore e il tiro precedente dello stesso Luciani, che sono riuscito a parare. Voglio fare i complimenti a tutti i miei compagni di squadra: abbiamo passato un’annata complicata, con più bassi che alti. Ma alla fine siamo riusciti a tirarci fuori dal momento critico e conquistare la salvezza. Abbiamo dato tutto».
Classe ’92, Perina difende i pali del Foggia da un anno e mezzo. Il suo contratto scadrà fra un mese. «Abbiamo dato l’anima per salvare questa società e la Serie C - aggiunge il portiere rossonero -. Una piazza come Foggia e la sua tifoseria meritano di più: scendere in D sarebbe stato insopportabile. La stagione è stata difficile, è accaduto di tutto. Per fortuna c’è stato il lieto fine. Dedico la salvezza a Michele, Gaetano, Samuele e Samuel, i quattro giovani tifosi del Foggia morti nella strage stradale dell’ottobre scorso a Potenza. Purtroppo non ci sono più, hanno perso la vita in giovane età e avrebbero voluto vedere il Foggia in alto, tornare grande. Credo che sabato, da lassù, abbiano fatto il tifo insieme a tutto il resto dello stadio e ci abbiano aiutato a battere il Messina e conquistare la permanenza».
L’ultimo match dello stagione ha avuto come epilogo un’ammenda a carico della società (1500 euro per intemperanze del pubblico tra cui lanci sul terreno di gioco di bottigliette e fumogeni, esplosione di petardi e invasione finale di campo di alcuni tifosi a caccia di magliette), l’inibizione fino al 6 giugno e la squalifica di un turno a carico rispettivamente del team manager Valente e di Tascone per comportamento reciprocamente scorretto, una giornata di stop anche per Mazzocco per cumulo di ammonizioni. Salvata la categoria, ora si apre un’altra partita che attende novità, quella legata al futuro societario del club.
La Gazzetta del Mezzogiorno