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Impresa, storia, orgoglio: Lecce si gode il capolavoro

Impresa, storia, orgoglio: Lecce si gode il capolavoro

LECCE - Corre sotto lo spicchio del settore ospiti, abbraccia uno a uno i suoi ragazzi. Ha la consapevolezza di aver scritto la storia del Lecce il presidente Saverio Sticchi Damiani, che assieme a una società di tifosi, ancor prima che soci, ha dimostrato ancora una volta che si può vincere abbinando al risultato sportivo anche il risultato economico. Quello della compagine societaria giallorossa è un modello unico in tutta Italia, che nel tempo ha acquisito sempre più consensi, fino a diventare oggetto di studio. Questa salvezza rappresenta un altro passo in un progetto a lungo termine, che guarda con sempre maggiore fiducia verso il futuro e che punta a mettere radici sempre più solide.

Non è stato un anno semplice, soprattutto negli ultimi mesi. Da febbraio in poi la squadra si è inceppata, finendo per scivolare sempre più verso il basso. Ma la società è sempre stata vicino al gruppo-squadra, non facendo mai mancare il proprio sostegno e il proprio supporto. Le parole di Giampaolo dopo la partita contro la Lazio sono emblematiche: «Sono contento per la società e per il presidente. Auguro a ogni allenatore di avere Sticchi Damiani come presidente, è una personalità di un’altra dimensione. Ha sempre una parola giusta, difficilmente si trova nel mondo del calcio qualcuno come lui». Partecipare alla serie A per il quarto campionato di fila permetterà alla società di Sticchi Damiani e soci di progredire ulteriormente nella tabella di marcia e di mettere un altro tassello di crescita importante. Da un lato c’è il risultato sportivo, la terza salvezza consecutiva, dall’altro c’è il risultato economico, rappresentato dai bilanci in ordine, e sullo sfondo c’è la crescita delle infrastrutture. La ristrutturazione del «Via del Mare», che sarà coperto integralmente grazie ai fondi dei Giochi del Mediterraneo, e la nascita del centro sportivo di proprietà a Martignano. Insomma, sulla base di questi presupposti non si può non guardare con fiducia al futuro in casa giallorossa.

Sticchi Damiani ha affidato le sue prime reazioni alla salvezza con un post sui propri canali social, rilanciando la grafica coniata dal club dove campeggia la scritta «StoriA» con tutti i protagonisti della salvezza sullo sfondo. «Un’impresa mai realizzata in 117 anni di storia - ha scritto il presidente -. Graziano è per te». Il riferimento è al ricordo per Graziano Fiorita, il cui vuoto incolmabile ha dato un motivo in più al Lecce per centrare l’obiettivo finale. È una salvezza che porta la firma d’autore di Pantaleo Corvino, il responsabile dell’area tecnica, che assieme al direttore sportivo Stefano Trinchera è uno dei principali artefici di questo miracolo di provincia. Benché di miracoloso ci sia ben poco: i risultati ottenuti dal Lecce, infatti, sono frutto di programmazione, di scelte ponderate, talvolta anche rischiose. Ma questa è la politica tracciata dal club di via Costadura ed è l’unica strada per provare a fare calcio a certe latitudini. In un sud che fa sempre più fatica a imporsi nel calcio ai massimi livelli, il Lecce è il puntino più a meridione nella penisola della serie A.

Un ulteriore motivo di orgoglio per la compagine societaria presieduta da Sticchi Damiani. Ma tornando a Corvino, il dirigente di Vernole ha ultimato l’opera, superando sé stesso. Nel primo ciclo in giallorosso, a inizio degli anni 2000, il responsabile dell’area tecnica mancò l’appuntamento con la terza salvezza di fila, ma questa volta è riuscito a centrare l’obiettivo. Di pari passo con la prima squadra, è riuscito a imporsi anche con la Primavera, campione d’Italia due anni fa e ormai in pianta stabile nel campionato di Primavera 1. Quest’anno passerà alla storia anche come quello della cessione più importante nella storia del Lecce, quella di Patrick Dorgu al Manchester United. Il giovane danese arrivò per appena 200mila euro ed è stato rivenduto per 30 milioni più bonus. Risorse importanti per la società, che saranno utili in estate quando si tratterà di allestire la squadra che cercherà di portare sempre più in là, verso nuovi orizzonti e nuovi obiettivi, mantenendo sempre ben saldi i piedi per terra, ma senza tarpare le proprie ambizioni.

La Gazzetta del Mezzogiorno

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