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<p>Xhaka dice s&igrave; a Comolli, serve l&rsquo;incastro: la Juve aspetta due uscite</p>

<p>Xhaka dice s&igrave; a Comolli, serve l&rsquo;incastro: la Juve aspetta due uscite</p>

Tudor vuole personalità in mezzo al campo per risultati immediati: l’ex Arsenal ammicca ai bianconeri dopo lo stop ai discorsi col Milan

TORINO - L’ultima idea per rinforzare il centrocampo della Juventus conduce fino a Leverkusen. Lì, nel cuore della Vestfalia, Granit Xhaka – da due stagioni a questa parte – sta distillando la sua intelligenza calcistica. Se non stupisce per le indubbie qualità tecniche del giocatore, il nome dello svizzero accostato al club bianconero sorprende semmai per la sua… carta d’identità. Il mediano di Basilea, infatti, a settembre compirà 33 anni. E l’ultimo acquisto “over 30” orchestrato alla Continassa risale all’arrivo di Angel Di Maria, nell’estate del 2022. Un’era calcistica fa, o giù di lì. Soprattutto a Torino, dove da allora hanno già fatto in tempo ad avvicendarsi un paio di progetti tecnici per il rilancio del club, dopo la flessione seguita all’epopea dei nove scudetti consecutivi.

Perché la Juve vuole Xhaka

E, allora, perché proprio Xhaka? Beh, intanto perché si tratta di un profilo di grande qualità e affidabilità, già ampiamente testato con successo su scala internazionale: dal Basilea al Leverkusen, passando soprattutto per l’Arsenal, il centrocampista ha giocato e vinto in tutte le tappe della sua carriera. La sua candidatura, così, si sposa alla perfezione con la volontà di rinforzare un reparto che, meno di un anno fa, era stato innaffiato di rinforzi a suon di decine di milioni, senza aver poi, però, raccolto i frutti degli investimenti. Ogni riferimento a Douglas Luiz e a Koopmeiners, naturalmente, è voluto. Xhaka, al contrario, è reduce dall’ennesima stagione positiva della sua carriera, a riprova della sua longevità agonistica. E della sua affidabilità fisica, pure: 49 gettoni nell’ultima annata a Bayer e, più in generale, l’ultimo stop risalente addirittura al settembre del 2021, quando indossava la casacca dei Gunners. Un record, o quasi. E poi, logicamente, c’è un discorso di convenienza economica, rispetto al prezzo di giocatori di simile livello che vantano però meno primavere sulle spalle, come la Juventus ha avuto modo di constatare nelle ultime settimane, approfondendo per Florentino del Benfica e per Hjulmand dello Sporting. Per loro, infatti, servono almeno 40 milioni. Il Leverkusen ha invece fissato in 15 milioni la richiesta di partenza, cifra trattabile di fronte a una trattativa concreta e al desiderio del giocatore di cambiare aria.

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Ecco: Xhaka al Bayer ha fatto molto bene e molto bene si trova in Germania, ma – da quanto trapela – considera concluso il ciclo della squadra in seguito all’addio di Xabi Alonso, passato sulla panchina del Real Madrid. E, dunque, vede di buon grado una nuova esperienza in un campionato che non ha ancora assaggiato: il suo passaggio al Milan era stato molto più di una semplice suggestione, poche settimane fa soltanto, così come è ora concreta la possibilità di un approdo in bianconero. Firmando, di fatto, l’ultimo grande contratto della sua avventura sul rettangolo verde: la richiesta di partenza, in questo caso, è di 3,5 milioni a stagione, al fine di ritoccare al rialzo l’ingaggio percepito in questo momento in Bundesliga.

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Certo, serve l’incastro giusto. Perché, numericamente, il reparto di centrocampo figura al completo, a maggior ragione con il rientro dal prestito di un giovane come Miretti, il cui futuro è ancora tutto da scrivere. Così come i prossimi, eventuali, capitoli in bianconero del romanzo di McKennie, arrivato al bivio dell’ultimo anno dalla scadenza del contratto, dopo il rinnovo-ponte della scorsa estate. Il destino del texano è destinato a intrecciarsi inevitabilmente con quello di chi compare oggi sulla lista di Comolli. Proprio come Xhaka, le cui quotazioni nelle ultime ore sono in rialzo. A patto che tutti i tasselli si incastrino, a partire dalla cessione di Douglas Luiz, uno arrivato a Torino per alzare la quota di gol e assist nel reparto. Ecco: lo svizzero del Leverkusen nell’ultima stagione ha partecipato a 9 reti del club tedesco, ma nell’ultima annata in Premier aveva fatto anche di meglio, con 9 centri e 7 assist all’Arsenal. I conti, con un avvicendamento tra i due, tornerebbero.

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TORINO - L’ultima idea per rinforzare il centrocampo della Juventus conduce fino a Leverkusen. Lì, nel cuore della Vestfalia, Granit Xhaka – da due stagioni a questa parte – sta distillando la sua intelligenza calcistica. Se non stupisce per le indubbie qualità tecniche del giocatore, il nome dello svizzero accostato al club bianconero sorprende semmai per la sua… carta d’identità. Il mediano di Basilea, infatti, a settembre compirà 33 anni. E l’ultimo acquisto “over 30” orchestrato alla Continassa risale all’arrivo di Angel Di Maria, nell’estate del 2022. Un’era calcistica fa, o giù di lì. Soprattutto a Torino, dove da allora hanno già fatto in tempo ad avvicendarsi un paio di progetti tecnici per il rilancio del club, dopo la flessione seguita all’epopea dei nove scudetti consecutivi.

Perché la Juve vuole Xhaka

E, allora, perché proprio Xhaka? Beh, intanto perché si tratta di un profilo di grande qualità e affidabilità, già ampiamente testato con successo su scala internazionale: dal Basilea al Leverkusen, passando soprattutto per l’Arsenal, il centrocampista ha giocato e vinto in tutte le tappe della sua carriera. La sua candidatura, così, si sposa alla perfezione con la volontà di rinforzare un reparto che, meno di un anno fa, era stato innaffiato di rinforzi a suon di decine di milioni, senza aver poi, però, raccolto i frutti degli investimenti. Ogni riferimento a Douglas Luiz e a Koopmeiners, naturalmente, è voluto. Xhaka, al contrario, è reduce dall’ennesima stagione positiva della sua carriera, a riprova della sua longevità agonistica. E della sua affidabilità fisica, pure: 49 gettoni nell’ultima annata a Bayer e, più in generale, l’ultimo stop risalente addirittura al settembre del 2021, quando indossava la casacca dei Gunners. Un record, o quasi. E poi, logicamente, c’è un discorso di convenienza economica, rispetto al prezzo di giocatori di simile livello che vantano però meno primavere sulle spalle, come la Juventus ha avuto modo di constatare nelle ultime settimane, approfondendo per Florentino del Benfica e per Hjulmand dello Sporting. Per loro, infatti, servono almeno 40 milioni. Il Leverkusen ha invece fissato in 15 milioni la richiesta di partenza, cifra trattabile di fronte a una trattativa concreta e al desiderio del giocatore di cambiare aria.

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Tuttosport

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