Sinner fenomeno pop, Binaghi: “Ascolti da Nazionale. Ora il tennis sfida il calcio”

Bologna, 15 luglio 2025 – L’estasi sportiva, la finale di Wimbledon e il trionfo di Sinner in chiaro sulla tv nazionale, possiamo dirci soddisfatti, Angelo Binaghi?
“No, non ancora dal punto di vista della visibilità sul piccolo schermo. La partita è andata in chiaro su Tv8 solo per scelta dell’emittente, non per obbligo di legge. In Spagna, per esempio, tutti gli appassionati hanno potuto vedere il loro giocatore (Alcaraz, ndr), in chiaro sui canali principali sin dalla semifinale”.
Il presidente Fitp (Federazione Italiana Tennis e Padel) e la battaglia per un tennis ‘di tutti’, lo sport che negli ultimi anni ha scalato le classifiche del gradimento – soprattutto grazie ai risultati –, e ora lancia una vera e propria sfida al calcio.
Quindi, qual è la strada?
“Siamo ben lontani per obiettivo minimo. Combatteremo perché i risultati di questi ragazzi possano essere visti anche da chi non si può permettere un abbonamento alla pay-tv. La televisione di Stato deve darsi una mossa, perché la Nazionale di calcio va in diretta sui canali Rai e questi ragazzi no?”
Sente che la popolarità del tennis si sta avvicinando a quella del calcio? Può esserci un sorpasso?
“Il calcio è stato ed è lo sport nazionale da cent’anni, difficile capovolgere una situazione del genere in un paio di stagioni. Io sono ingegnere e mi piace pensare ai dati: dal punto di vista dei risultati (intesi come vittorie, ndr) in questo momento siamo avanti. I praticanti? Ogni cinque persone che giocano a tennis o padel ce ne sono sei che praticano calcio o calcetto. Per quanto riguarda la passione degli italiani mi sento di dire che quando la Coppa Davis va sulla Rai gli ascolti si avvicinano molto al calcio. Se facciamo confronti l’accelerazione c’è, bisogna vedere da che lato la si guarda”.
Il motore di tale successo sono i campioni. Sinner in particolare ha fatto qualcosa che pareva impossibile. Come si nota l’avvicinarsi della gente alla disciplina?
“Vedere Jannik sollevare quel trofeo è stata una sensazione incredibile. Prima pareva solo un sogno, una di quelle cose che si credevano impossibili e invece diventa un successo clamoroso per il nostro territorio che, tra l’altro, il prossimo novembre ospiterà proprio a Bologna le fasi finali di Coppa Davis”.
Sinner ci ha portato due Insalatiere e ora quattro trofei dello Slam. Poco più di un mese fa aveva perso un titolo praticamente già in tasca al Roland Garros proprio contro Alcaraz, e a Wimbledon si è preso le rivincita. Come fa secondo lei?
“Confesso che sul match point ero terrorizzato. Ma Sinner sfugge alle logiche di noi comuni mortali, è un fenomeno, e se c’è un settore in cui lo è di più è la parte mentale. Una spiegazione non c’è se non che è un ragazzo semplicemente straordinario, forte di doti innate e di un talento coltivato bene e fatto crescere”.
E quali sono le sue qualità migliori?
“È intelligentissimo, ha ricevuto un’educazione straordinaria e fa del lavoro quotidiano la sua forza, il suo mantra. Il suo tennis è come una dottrina religiosa”.
Lei si è più volte espresso sulla necessità di tutelare gli atleti così giovani, come riuscirci?
“Sono ragazzi, e come tali vanno un po’ lasciati in pace. Giocano a ritmi altissimi per 25 settimane l’anno e poi capita che abbiano difficoltà a fare le ferie perché devono fare pubbliche relazioni. Bisogna capire che hanno bisogno di svago e tempo libero perché crescano sani e liberi di diventar campioni”.
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