Usyk di nuovo re unico dei massimi, Dubois battuto con un drammatico ko. “Gloria all’Ucraina”

Oleksandr Usyk entra a pieno titolo nella leggenda del pugilato. Dopo averlo fatto una prima volta battendo Tyson Fury, l’ucraino riunifica di nuovo il titolo mondiale dei pesi massimi (Wbc, Wba, Ibf e Wbo) sotto il suo dominio. Non è cosa da poco, visto che prima di lui l’ultimo a esserci riuscito era stato Lennox Lewis nel 1999. Daniel Dubois, che si presentava nell’immenso scenario di Wembley (oltre 90.000 spettatori) forte della sua età (27 anni contro 38), della sua potenza e delle sue ambizioni, è stato spazzato via al quinto round. Atterrato una prima volta con un destro alla tempia, il ragazzone di Greenwich si è rialzato, ma invece di cercare riparo dal temporale si è gettato a capofitto nella tempesta. In pratica ha cercato subito la vendetta, ma non era in un film di Jason Statham, l’attore si stava gustando la scena a bordo ring. Un errore fatale: Usyk non è uno che spreca colpi, ha trovato enormi varchi e con un gancio sinistro micidiale alla mascella ha archiviato il match con un drammatico ko.
Usyk al centro del mondo"Sono un giovane ragazzo di 38 anni”, ha esclamato a fine match, e il pubblico di Wembley, nonostante parteggiasse per il proprio pugile lo ha ripagato con una doverosa ovazione. “Ora mi riposerò due o tre mesi, poi penserò al futuro”. Che si potrebbe chiamare ancora Fury (che dopo aver annunciato il ritiro tentenna), Parker, Joshua, o chissà. Dipenderà molto dalle intenzioni di Turki Alalshikh, che ha messo ì’Arabia – e quattrini annessi – al centro dei progetti pugilistici mondiali.

A proposito di quattrini, il giro complessivo della notte di Wembley dovrebbe essersi aggirato tra incasso, sponsor, pay per view, intorno ai 200 milioni di dollari, con Usyk a fare la parte del leone (guadagno stimato in 130).
Nella storia della boxeRipartiranno ora i soliti discorsi sulla collocazione di Usyk nella storia della boxe, con i crociati della boxe di un tempo a fare la voce grossa. Certo, Usyk non sarà un personaggio esagerato alla Tyson, non avrà l’appeal di un Ali, e siamo d’accordo su tutta la linea. Però sul piano della boxe pura l’ucraino è un maestro difficilmente battibile. Legge il match e al tempo stesso lo scrive, adattando strategie a colpi alle situazioni più disparate.

E’ stato così anche nella notte londinese. Sapeva che doveva stare attento al destro dell’inglese e, pur avendone subiti un paio, non ha rischiato un granché. Sapeva che Dubois avrebbe sofferto i colpi per vie interne (i due si erano incontrati a Wroclaw due anni fa, sempre con lo stesso esito a favore dell’ucraino) e non ne ha sbagliato uno. Ha fatto in modo che la fisicità di Dubois calasse e non gli ha dato scampo. Campione unico dei massimi, lo era stato anche nei massimi leggeri. Da dilettante una bacheca piena di ori: olimpico a Londra, Mondiale, Europeo. Ha preparato il match come un eremita nel ritiro a Valencia. “Ma ora voglio tornare da mia moglie e dai miei figli”. Ne ha 4: Kyrylo, Mykhalio, Yelizaveta e Maria. I due maschi vogliono vincere le Olimpiadi come il papà, uno nel judo, l’altro nella boxe. Ogni cosa a suo tempo, per ora quel tempo è di Usyk padre che sul ring urla con tutte le forze "Slava Ukraini", gloria all’Ucraina. E’ un momento in cui il popolo ha bisogno di eroi.
repubblica