Battlefield 6: l’open beta annuncia un ritorno in grande stile


Battlefield sembra essere finalmente tornato. Con la prima fase di Open Beta che ha registrato numeri da capogiro e un sistema di gioco aggiornato sebbene profondamente legato ai titoli che più hanno appassionato la fan base, Battlefield 6 si prepara a tornare in grande stile e riconquistare il trono tra gli sparatutto.
Distruzione e caos tra le linee nemiche Battlefield 6 arriva senza troppi fronzoli e ci catapulta ad uno stato di nostalgia legato ai capitoli più amati della serie come Battlefield 3 e 4, riportando il sistema di gameplay al minimo e giusto indispensabile per rendersi estremamente divertente e fruibile per ore e ore senza annoiare mai.
Il sistema di shooting è stato modernizzato e reso più leggero e rapido in situazioni ad alta intensità, cercando di unire quanto i capitoli più amati hanno introdotto ad un gameplay da 2025 che, fosse stato più lento e legnoso avrebbe scoraggiato soprattutto i nuovi giocatori.
Battlefield è questo: guerra. E riesce perfettamente a comunicarne l’adrenalina e la distruzione totale. Le mappe tornano ad essere quasi completamente distruttibili (sebbene non in maniera casuale, testando su diversi edifici i crolli sono fisicamente identici di istanza in istanza utilizzando sia il lanciamissili che il lanciagranate, ma ci va benissimo così) generando caos e soprattutto tanta soddisfazione nel far sentire i camper mai al sicuro.
Le armi a disposizione in questa iniziale fase di beta sono risicate, ma efficienti e tutte ben bilanciate (tranne il fucile a pompa, quello no, necessita di un nerf importante) quanto personalizzabili fino all’ultimo attachment in base al proprio playstyle.
Le mappe ci riportano un po’ ai tempi d’oro di Battlefield, soprattutto nei contesti cittadini così stretti e caotici. Abbiamo provato tutte le modalità ed ogni mappa si è prestata perfettamente per ognuna di esse. Siamo passati dalle montagne ai centri cittadini e non ne abbiamo mai avuto abbastanza: un altro game, un’altra modalità, nuove combinazioni di armi e via verso la distruzione completa.
Tra Passato e Presente In Battlefield 6 troviamo nuove dinamiche di gameplay come il Drag-To-Revive, ossia la possibilità di trascinare via dal pericolo un compagno abbattuto mentre lo si rianima, un’implementazione ottima e giusta considerando il caos che ci circonda.
Ma non temete, le classi tradizionali sono sempre lì: Assalto, Geniere, Medico e Ricognitore. Ognuna di esse sale di livello nell’arco della partita fornendo bonus unici per classe ed utilissimi nell’ottica della vittoria. Ad esempio il Medico può fornire pack di munizioni, così come salendo di livello i colpi alla testa del Ricognitore portano ad una morte definitiva con obbligo di respawn.
In termini di gameplay è evidente che finalmente gli sviluppatori abbiano ascoltato le richieste dei fan che da anni chiedono un ritorno alle origini senza troppi fronzoli, centrando finalmente l’obiettivo e arrivando a battere il record di 500.000 giocatori online in contemporanea su Steam.
Comparto Tecnico Ovviamente stiamo parlando di una fase di Beta, che potrebbe differire dal prodotto finale in uscita a Ottobre, ma in ogni caso siamo rimasti piacevolmente stupiti.
Abbiamo giocato la Beta di Battlefield 6 su un PC che monta: CPU i9 14800KF, GPU NVIDIA GeForce RTX 4090 e 64 GB di RAM DDR5, una piattaforma che supera ampiamente i requisiti e il risultato in 4K con Ray Tracing attivo su monitor OLED è stato davvero spettacolare e profondamente immersivo, ma soprattutto equilibrato e senza cali di frame.
Ovviamente abbiamo assistito a qualche artefatto visivo durante qualche partita, soprattutto in fase di esplosioni e crolli che vanno a caricare il motore grafico, così come alcune texture non perfettamente ottimizzate in fase di zoom con il mirino da cecchino, ma si tratta comunque di aggiustamenti che verranno introdotti man mano.
Il comparto audio è un’altra sezione che merita davvero i complimenti: con le giuste accortezze la sensazione è davvero quella di essere al centro del conflitto, immersi nella guerra.
In conclusione Se queste sono le premesse di Battlefield 6, il 10 Ottobre sembrerà non arrivare mai. In un periodo in cui gli sparatutto mancano di quel “je ne sais quoi” in grado di renderli indimenticabili, forse è proprio il ritorno alle basi quel che serve per far ritrovare la scintilla ai giocatori e Battlefield 6 sembra essere sulla buona strada: piedi a terra, armi alla mano e una mappa a nostra disposizione, senza un’esagerazione di skin a denaturarne l’anima.
Il Fatto Quotidiano