Cani costretti a combattere fino alla fine. Ora sono al sicuro

La Fondazione Cave Canem è stata coinvolta in un’operazione di contrasto al circuito criminale dei combattimenti clandestini tra cani. Dalla fondazione fanno sapere che a seguito della richiesta delle autorità competenti, il Cda di Cave Canem si è riunito con urgenza e ha risposto immediatamente in modo positivo, attivando tutte le risorse necessarie per intervenire.
«È incredibile pensare come la vita di quattro esseri viventi possa dipendere da una semplice decisione», racconta Federica Faiella, presidente della Fondazione Cave Canem. «Quando è arrivata la chiamata delle autorità, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione si è riunito in pochi minuti. Tre sì. Senza esitazioni. Federica Faiella, Claudio Esposito, Mirko Zuccari: nessuno si è voltato dall’altra parte. Abbiamo detto sì alla custodia giudiziaria, ma ora abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti».

La Fondazione ha assunto la custodia giudiziaria di quattro cani – due femmine adulte, un maschio adulto e un cucciolone di meno di un anno – sottoposti a condizioni di estremo maltrattamento e costretti a combattere per sopravvivere.
A questi animali, vittime innocenti di una violenza sistematica, sono stati assegnati nomi dolci e dissonanti rispetto al passato che hanno vissuto: Alba, Goccia, Brodo e Sugo. Una scelta simbolica, fatta dopo il salvataggio, per segnare un punto di svolta e l’inizio di una nuova vita.
Le operazioni di trasferimento, organizzate in poche ore, sono state rese possibili grazie alla tempestiva sinergia tra la magistratura, le forze di polizia giudiziaria e i team specializzati della Fondazione. A tutte e tutti loro va il più sincero ringraziamento.

Oggi i quattro cani si trovano in una struttura protetta, dove ricevono cure veterinarie dedicate e vengono accompagnati in un percorso personalizzato di recupero comportamentale.Le ferite fisiche sono visibili. Quelle emotive, profonde. I loro sguardi raccontano l’orrore subito più di ogni altra parola.
«Questi cani sono vivi, ma profondamente segnati. I loro corpi raccontano le sevizie. I loro occhi, il terrore. Hanno bisogno di cure veterinarie urgenti, di un luogo sicuro, ma soprattutto di un percorso comportamentale complesso e delicato, per aiutarli a uscire dal buio e tornare a fidarsi. Di se stessi, degli altri, del mondo. Sono feriti nel corpo, ma soprattutto nell’anima. Hanno visto nella violenza l’unico modo per sopravvivere. Riportarli in equilibrio sarà un lavoro lungo, durissimo, complesso. Ma possibile», assicura Mirko Zuccari, Dog Trainer Manager Fondazione Cave Canem.
Nel pieno rispetto delle indagini in corso, la Fondazione – sottolinea in una nota – manterrà il massimo riserbo per non compromettere l’operato della magistratura e permettere che venga fatta piena luce sulle responsabilità penali.
Per garantire la sostenibilità dell’intervento è stata avviata una raccolta fondi straordinaria, destinata a coprire i costi delle cure veterinarie, della riabilitazione comportamentale e della messa in sicurezza. Si può donare online

Il percorso terapeutico sarà coordinato da Mirko Zuccari, Dog Trainer Manager della Fondazione Cave Canem, affiancato dal Team di Educatori Cinofili. La supervisione legale è affidata all’Avv. Federica Faiella, Presidente della Fondazione. È stato inoltre attivato un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da consulenti esperti in tutela animale, che collaboreranno in sinergia con le istituzioni coinvolte.
Tutte le immagini sono da ufficio stampa
Vita.it