Dazi, apertura Usa al rinvio delle misure contro l’Europa: rottura tra Francia e Germania sull’intesa con Trump

Le trattative

A Bruxelles l’Europa per l’ennesima volta si divide nel confronto tra i leader dell’Unione sui rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump e sui dazi che minacciano l’economia Ue.
Una spaccatura emersa dopo che da Oltreoceano è arrivata sul tavolo della cena di lavoro tenuta giovedì sera a Bruxelles la notizia che da Washington i toni sui dazi si sono ammorbiditi.
Il “D-Day” per la scadenza della sospensione dei dazi americani applicati contro i Paesi Ue potrebbe non essere il 9 luglio, ormai prossimo. “La scadenza potrebbe essere prorogata, ma è una decisione che spetta al presidente”, ha annunciato la portavoce della Casa Bianca in una dichiarazione, segno che anche nell’amministrazione Trump si ha la certezza che un accordo con la commissione Von der Leyen entro il 9 luglio è irrealizzabile e dunque sarebbe preferibile rinviare la data di un possibile scontro totale.
Ma la proposta Usa sui dazi resta “asimmetrica”: al commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, è giunto infatti da Washington che prevede dazi asimmetrici del 10 per cento sui prodotti Ue, con la previsione di tariffe superiori in varia misura su altri prodotti.
La notizia giunta nell’ultimo Consiglio europeo prima delle “vacanze estive” dei vari leader Ue ha provocato però un mezzo terremoto e una profonda spaccatura sull’asse Parigi-Berlino.
Il presidente francese Emmanuel Macron è contrario alla proposta statunitense di dazi al 10 per cento asimmetrici con la proposta americana che prevede inoltre due clausole per l’acquisto maggiorato di gas liquido americano e di armi prodotte negli Usa.
Sull’altro fronte è invece il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che da settimane si è schiacciato su posizioni ultratrumpiane, da Israele all’Iran, fino appunto ai dazi e alle politiche commerciali. “Sostengo la Commissione in tutti i suoi sforzi – ha sottolineato il leader del centrodestra tedesco – per raggiungere rapidamente un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Voglio che facciamo decollare il Mercosur e che concludiamo ulteriori accordi commerciali. L’Europa ha davanti a sé settimane e mesi cruciali”.
E l’Italia? Come spesso le capita la premier Giorgia Meloni si trova in una posizione di mezzo, sempre in bilico nel non scontentare Donald Trump ma senza rompere con l’Europa e la commissione Von der Leyen, al cui interno siede come vicepresidente Raffaele Fitto. “Eventuali asimmetrie vanno debitamente compensate”, hanno sottolineato all’Ansa fonti italiane citando come esempio i settori dell’acciaio e dell’alluminio dove le tariffe americane vanno ben oltre il 10%.
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