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Droga dal Gargano alle coste adriatiche, in manette il “Nano Malefico”: era lui il regista invisibile dei traffici

Droga dal Gargano alle coste adriatiche, in manette il “Nano Malefico”: era lui il regista invisibile dei traffici

Una maxi retata della Polizia di Stato ha messo fine ai traffici di droga tra Gargano, Bat e altre regioni italiane. Arrestati e condotti in carcere Elidon Buxheli, 48 anni, detto “Leo – Nano Malefico”, Antonio Rocco Augelli, 61 anni, detto “Tonino bar Jolly”, Angelo Di Nauta, 41 anni, detto “Purnecchj – Attila”, Emanuele Francesco Di Guglielmo, 35 anni, detto “Zuill”, Raffaele Antonio Bramante, 47 anni, Alessandro Maria Colella, 39 anni, Leonardo Cursio, 61 anni, detto “U’ Colonnell”, Rosita Sacco, 51 anni, Costantino Folla, 53 anni, detto “U Porc-Suino”, Matteo Salvatore Gualano, 35 anni e Vito Giannetta, 52 anni. Buxheli, presunto capo, nato in Albania, gli altri tra Lesina, San Severo, Termoli, San Marco in Lamis e Cerignola.

L’albanese avrebbe promosso, organizzato e diretto l’attività illecita insieme a Di Nauta e Cursio. Stando alle oltre 100 pagine dell’ordinanza cautelare, la droga veniva piazzata anche fuori regione, con viaggi da Lesina a San Benedetto del Tronto dove sarebbero stati ceduti 13 chili di hashish. Nel mirino anche la piazza di Ruvo di Puglia.

Quantità imprecisate di cocaina sarebbero state portate da Lesina a Cerignola da Buxheli stesso e sempre l’albanese avrebbe fatto da fornitore di hashish e polvere bianca in favore di Cursio, Sacco, Folla e Di Nauta.

Il nome di Buxheli ricorre con insistenza nelle carte dell’ordinanza della gip Bencivenga. È schivo, abituato a lavorare nell’ombra, ma secondo gli inquirenti è lui il regista del traffico di stupefacenti che dalla costa adriatica rifornisce piazze di spaccio italiane. Una figura apicale nel mercato della droga, capace di gestire movimenti di ingenti quantità di cocaina e hashish, mantenendo contatti con gli importatori.

I viaggi dell’hashish e i malumori sul compenso

Le indagini, portate avanti con appostamenti, pedinamenti e intercettazioni, hanno svelato un mondo fatto di incarichi pianificati al dettaglio. Una delle protagoniste, Rosita Sacco, si lamenta al rientro da un viaggio con il compagno Leonardo Cursio: le erano stati promessi 1000 euro per trasportare ben 20 kg di hashish. Una cifra che lei giudica insufficiente per i rischi corsi. Cursio replica che gli accordi erano chiari fin dall’inizio e che la somma era quella pattuita. Anzi, le propone ulteriori viaggi, con le stesse modalità già “collaudate”.

La donna, però, è restia. Non vuole usare la Fiat Panda per il trasporto, preferirebbe un’auto meno riconoscibile. Così il viaggio viene riorganizzato con un’Opel Insignia, sempre per conto di Buxheli, e con partenza da San Benedetto del Tronto. La missione va a buon fine: la polizia ferma la Sacco, ma solo dopo la consegna, quindi la perquisizione risulta negativa.

Il profilo del “fantasma” albanese

Dalle carte emerge un ritratto preciso di Elidon Buxheli: un personaggio scaltro, attento, diffidente fino alla paranoia. Non si fa mai accompagnare, parla pochissimo anche con i suoi complici, riesce a restare ore in macchina senza proferire parola. Comunica solo tramite WhatsApp, raramente usa la linea telefonica tradizionale.

È talmente guardingo che, durante conversazioni banali, si irrigidisce se percepisce anche solo vagamente l’idea di un’intercettazione o la presenza di un infiltrato. Frequenta solo i punti d’incontro “collaudati” e stabiliti con largo anticipo. È lui a rifornire Cursio e Sacco della sostanza stupefacente, gestendo i contatti e i movimenti come un broker dell’illegalità.

Elidon Buxheli è attento al punto tale da essersi guadagnato tra i suoi complici l’appellativo di “Nano Malefico”, a causa della sua bassa statura e della diffidenza ossessiva. Durante il periodo delle indagini utilizzava tre vetture intestate a terzi, ma tutte di fatto in suo esclusivo uso. Grazie alle intercettazioni e ai dati GPS è stato accertato che frequentava l’abitazione di via Santa Maria a Campomarino (CB), dove Cursio e Sacco convivevano e dove l’uomo risultava ristretto ai domiciliari da gennaio 2024.

Buxheli si recava regolarmente presso quell’abitazione, segno di una relazione stabile e operativa con la coppia, che fungeva da cerniera logistica per lo smistamento delle partite di droga.

Il sodalizio con Folla e la centrale dello spaccio

Altro nome centrale nell’inchiesta è quello di Costantino Folla, personaggio già noto a Cursio e Sacco, con i quali aveva un rapporto di lunga data. Proprio in virtù di quella fiducia, riusciva ad approvvigionarsi da loro di hashish e cocaina, poi ceduti ad altri soggetti. È stato lui a ottenere un contatto diretto con Buxheli, divenendo un punto di snodo nel traffico.

Dalle carte emergono numerosi incontri e contatti tra Folla e Buxheli, a conferma della solidità del legame criminale. Folla, a sua volta, si avvaleva della collaborazione di Matteo Salvatore Gualano, che aveva allestito una vera e propria centrale dello spaccio al dettaglio nella propria abitazione.

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