Due barconi si ribaltano a largo di Lampedusa, 27 morti

Il bilancio non è ancora definitivo, ma è già tragico: 27 morti, tra cui una bambina di un anno e tre adolescenti, e diversi dispersi. Due imbarcazioni cariche di migranti si sono capovolte in mare aperto, a 14 miglia da Lampedusa, in area Sar italiana: l'ennesimo dramma che riporta alla ribalta della cronaca i viaggi della speranza. I superstiti al momento sono 60: soccorsi e fatti sbarcare sul molo dell'isola, sono stati portati all'hot spot di contrada Imbriacola. Le loro condizioni di salute sono discrete, solo 4 sono ricoverati in osservazione al Poliambulatorio per alcune fratture non gravi. Sui due barconi, secondo i racconti di chi ce l'ha fatta, ci sarebbero stati tra i 90 e i 100 profughi.
All'appello mancherebbero dunque tra le 20 e le 40 persone. La Procura di Agrigento ha aperto una inchiesta per naufragio colposo. Tutta da chiarire la dinamica. Verso mezzogiorno uno dei due barconi semiaffondato è stato avvistato da un elicottero della Guardia di Finanza ed è subito scattato l'allarme. Da Lampedusa sono partite le motovedette della Guardia Costiera, della Finanza e di Frontex. Le due imbarcazioni, secondo quanto hanno raccontato alcuni superstiti, sarebbero salpate ieri sera da Tripoli, in Libia. A bordo c'erano pakistani, somali e sudanesi. Una delle due, nel viaggio verso la Sicilia, avrebbe iniziato ad imbarcare acqua e poi si sarebbe capovolta. Alcuni profughi sarebbero riusciti a spostarsi sull'altra, ma molti sarebbero caduti in acqua. Poco dopo, anche la seconda barca, stracarica, si sarebbe ribaltata.
Le prime salme sono state recuperate subito. Nel corso della giornata i soccorritori hanno ripescato le altre: due erano rimaste all'interno di una delle due imbarcazioni naufragate. Le attività di ricerca e soccorso dei superstiti sono proseguite per tutto il giorno, coordinate dal Centro secondario di soccorso marittimo (MRSC) della Guardia Costiera di Palermo. Nelle operazioni sono stati impegnati cinque mezzi navali: le motovedette CP 324 e CP 327 della Guardia Costiera, due motovedette della Guardia di Finanza e un'unità navale di Frontex. Sul posto operano anche un elicottero ed un aereo della Guardia Costiera, oltre ad un velivolo di Frontex.
"Per caso abbiamo scoperto che stavano arrivando dei naufraghi sull'isola - racconta Francesca Saccomandi, operatrice di Mediterranean Hope-Federazione chiede evangeliche in Italia - Erano tutti in stato di choc. I morti sono tanti da quel che ci raccontano le persone che abbiamo incontrato. Ci hanno detto di essere partiti dalla Libia su due diverse imbarcazioni e che a un certo punto una si è capovolta. Abbiamo parlato con una madre che ha perso il marito e la figlioletta piccola e con una giovane donna che ha perso la sorella minori. Molti hanno detto di aver bevuto tantissima acqua salata". "Questa, come altre, è una tragedia annunciata - commenta - Le persone continuano a partire e solo chi è fortunato arriva. Come oggi, altri perdono la vita. Queste morti non sono colpa di chi parte, sono responsabilità politica dei governi europei che spostano il problema altrove. La conseguenza di queste politiche è perdere vite umane e, con loro la dignità e i valori dell'Europa". "L'ennesima tragedia avvenuta oggi nel Mediterraneo centrale addolora profondamente e suscita un pensiero di profondo cordoglio per le vittime. Questo drammatico episodio conferma, ancora una volta, l'urgenza di prevenire, sin dai territori di partenza, i pericolosi viaggi in mare", dice il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Di "sgomento e compassione" parla la premier Giorgia Meloni. "Ci i troviamo a misurare l'inumano cinismo con cui i trafficanti di esseri umani organizzano questi loschi viaggi. Insieme al profondo cordoglio per le vittime, alla pietà per quanti hanno perso la vita, rinnoviamo pertanto l'impegno a contrastare questi trafficanti senza scrupoli nell'unico modo possibile: prevenire le partenze irregolari, gestire i flussi migratori", dice.
ansa