Egitto al lavoro con mediatori per tregua di 60 giorni a Gaza. Casa Bianca, vogliamo fine guerra

L'Egitto ha annunciato di lavorare con il Qatar e gli Stati Uniti per ottenere un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia diGaza, dove l'esercito israeliano si prepara a prendere il controllo della città più grande del territorio palestinese.
Nell'intervista a i24, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu è stato incalzato sul motivo per cui definisce Gaza City come "l'ultima vera roccaforte" di Hamas, dato che aveva già usato la stessa retorica per descrivere Rafah prima che Israele lanciasse una grande offensiva nella città del sud della Striscia di Gaza la scorsa primavera. Rispondendo alle domande il premier israeliano ha precisato che a febbraio si riferiva si riferiva "agli ultimi battaglioni organizzati di Hamas" che si trovavano allora a Rafah.
L'agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che deu civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti ieri sera in un bombardamento israeliano su Gaza City. L'attacco, si legge sul sito dell'agenzia, ha preso di mira un gruppo di cittadini nel quartiere Sheikh Radwan, a nord-ovest della città.
Israele sta valutando l'invio di una delegazione di alto livello a Doha per incontrare funzionari del Qatar nel quadro degli sforzi per riprendere i negoziati sulla consegna degli ostaggi e giungere a un cessate il fuoco a Gaza. Lo riferiscono fonti ben informate a Barak Ravid di Axios.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha invitato i Paesi che hanno a cuore i palestinesi ad accoglierli, in vista dell'annunciata offensiva per occupare Gaza. "Non li stiamo cacciando via, ma stiamo permettendo loro di andarsene, ed è quello che sta succedendo", ha dichiarato Netanyahu in un'intervista a i24News, "stiamo parlando con diversi possibili Paesi ospitanti; non posso entrare nei dettagli qui." "La cosa più naturale per tutti coloro che parlano, che dicono di avere a cuore i palestinesi e di volerli aiutare, è aprire le porte", ha sottolineato il premier israeliano.
L'amministrazione Trump vuole la fine della guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani catturati da Hamas. Lo ha ribadito la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in conferenza stampa. "Questa è, ovviamente, una situazione incredibilmente complessa e complicata", ha detto Leavitt, "l'amministrazione ha chiarito il nostro obiettivo. Vogliamo vedere questo conflitto finire. Vogliamo vedere gli ostaggi liberati... Il presidente e il suo team di sicurezza nazionale hanno speso tempo e sforzi ingenti per questo".
Palestinesi seduti all'ombra degli alberi nel caldo soffocante della zona di Mawasi di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, il 12 agosto 2025 (afp)
13/08/2025
Le decisioni di riconoscere lo Stato palestinese annunciate da alcuni Paesi europei "sono in larga parte senza senso". Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, in un'intervista a 'Sid & Friends in the Morning'. "E' simbolico e lo stanno facendo prima di tutto per una ragione, le loro politiche interne", ha detto Rubio, "nel Regno Unito, in Francia, in molte parti d'Europa, e in Irlanda, da lungo tempo le politiche interne sono diventate anti-israeliane o qualunque cosa siano, stanno subendo molta pressione interna perché facciano qualcosa ma e' in larga parte senza senso". "La verità dei fatti è che il futuro della regione non sarà deciso da qualche risoluzione dell'Onu", ha proseguito Rubio, "non sarà deciso da qualchecomunicato stampa di qualche primo ministro o presidente di qualche Paese. Sarà deciso sul terreno". Il segretario di Stato Usa ha quindi ribadito che il conflitto a Gaza potrà finire solo con "l'eliminazione di Hamas come minaccia militare".
Israele sta discutendo con le autorità del Sud Sudan il trasferimento dei residenti di Gaza nel Paese africano, poverissimo e ancora devastato da una guerra per l'indipendenza costata quasi 400 mila morti. Lo riferiscono fonti ben informate all'Associated Press. Non è ancora chiaro a che stadio siano le trattative. Una fonte egiziana ha affermato che il Cairo è a conoscenza da tempo dei piani di Tel Aviv e sta facendo pressione sul Sud Sudan perché non accetti.
Il Programma alimentare mondiale ha lanciato l'allarme a Gaza dove la "fame e la malnutrizione hanno raggiunto i livelli più alti dall'inizio del conflitto, nell'ottobre 2023". Nel frattempo, ha dichiarato l'Onu, il ministero della Salute di Gaza ha riferito che nelle ultime 24 ore cinque persone sono morte a causa di malnutrizione e fame, portando il totale delle morti correlate alla malnutrizione a 227 persone, di cui 103 bambini.
L'ONU ha segnalato ritardi e ostacoli significativi nel coordinamento delle missioni umanitarie a Gaza, avvertendo che le autorizzazioni di sicurezza israeliane stanno facendo perdere "tempo prezioso" fondamentale per la consegna degli aiuti. "Lunedì abbiamo chiesto di coordinare con i servizi di sicurezza israeliani 16 missioni, tra cui la raccolta di cibo, forniture mediche e carburante dai due valichi operativi, Kareem Shalom e Zikim", ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric durante una conferenza stampa.Di queste 16 missioni, ha detto, quattro sono state facilitate, tre negate e quattro ostacolate, ma alla fine portate a termine. Ha anche osservato che due missioni sono state cancellate dalle loro organizzazioni, mentre altre che riguardavano forniture alimentari e sanitarie sono state ostacolate o sono ancora in corso. "Gli sforzi per coordinare i movimenti umanitari spesso si protraggono per ore a causa delle autorizzazioni imprevedibili da parte delle autorità israeliane, facendo perdere tempo prezioso", ha detto Dujarric.
Le Nazioni Unite hanno definito "affidabili" i dati sull'emergenza alimentare a Gaza diffusi dal ministero della Salute del territorio palestinese, controllato da Hamas. "Molti dei dati sulla fame - ha spiegato il portavoce, Stephane Dujarric - provengono da noi e dal Programma alimentare mondiale". "Abbiamo constatato - e come sapete, l'Onu è presente a Gaza da molto tempo e anche da quando Hamas ha preso il controllo di Gaza - che i dati diffusi dal ministero della Salute di Gaza sono nel complesso affidabili". Il commento arriva in risposta alla posizione di alcuni media israeliani, secondo i quali i dati sulla fame non sono corretti.
Gaza (getty)
31/10/2024
Rai News 24