Garlasco, gli esami sulla scena del delitto di Chiara Poggi: “Il dna dell’ignoto 3 da contaminazione nell’autopsia”

L'inchiesta
La nota della Procura, incaricata di ulteriori accertamenti la professoressa Cristina Cattaneo. A settembre attesi risultati sul dna sulle unghie della vittima

Altro colpo di scena nel caso di Chiara Poggi a Garlasco: per la Procura di Pavia il dna ignoto trovato su una garza utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, potrebbe essere riconducibile a una contaminazione con precedenti esami autoptici. La stessa Procura ha affidato nuove verifiche all’antropologa e medico legale, la professoressa Cristina Cattaneo. Al momento cade quindi l’ipotesi che sulla scena del delitto ci fosse una terza persona. Altri risultati attesi a settembre, dagli esami sul dna rilevato sulle unghie di Chiara Poggi.
“A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza – si legge nella nota della Procura di Pavia sulle analisi comparative non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, effettuate dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani nella nuova inchiesta – utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici“.
Il risultato degli esami “ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E”. Cattaneo, incaricata delle “nuove verifiche sulle cause della morte”, si è occupata anche del caso di Yara Gambirasio. “Per garantire una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima, sia sul luogo del delitto, la Procura – prosegue la nota – ha incaricato come ulteriore consulente del Pubblico Ministero la Prof.ssa Cristina Cattaneo, Professore Ordinario del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell’antropologia e medicina legale”.
Poggi è stata uccisa il 13 agosto del 2007. Condannato in via definitiva per quell’omicidio il suo fidanzato dell’epoca, Alberto Stasi. Per i legali di quest’ultimo, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, la la scoperta della contaminazione di quel dna sulla garza usata per l’autopsia sul corpo di Chiara Poggi è uno “di questi gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna”.
Per gli avvocati di Stasi già queste valutazioni sono “di per sé idonei ad ottenere una revisione della sua condanna” e al tempo stesso accolgono la nomina di Cattaneo come la conferma “ancora una volta, l’assoluta serietà dell’indagine in corso e la volontà della Procura di Pavia di rivedere ogni singolo aspetto di questa tragica vicenda”. La garza utilizzata non sarebbe stata sterile, appartiene a un uomo sul cui corpo era stata effettuata un’autopsia prima di quella su Chiara Poggi. Oggi è indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
l'Unità