Gattamelata, Innocenti: «Statua spostata per il restauro? Si potrebbe mettere una copia provvisoria»

Rispetto al restauro della statua del Gattamelata e al suo futuro posizionamento in città interviene il vicesegretario di Forza Italia a Padova, Lorenzo Innocenti, che durante la campagna elettorale del 2022 si era presentato a cavallo proprio ai piedi della statua, nell’anniversario della morte del Gattamelata, per omaggiarla con un mazzo di fiori.
Afferma Lorenzo Innocenti: «Pur trattandosi di un padovano d’adozione, Erasmo da Narni detto il Gattamelata rappresenta una parte importante e centrale dell’identità padovana. Non è dunque un semplice monumento il suo, pure nel suo inestimabile valore storico e materiale, ma un vero e proprio simbolo identitario della padovanità, tanto da ritrovarlo spesso nei simboli associativi, fra cui il vecchio stemma del Calcio Padova. Sappiamo che la cura dello spazio compete allo Stato del Vaticano, ma del resto la questione compete anche all’amministrazione comunale. Sapendo da diversi anni ormai che sarebbe arrivato il momento della rimozione della statua per il restauro, credo sarebbe stato opportuno proprio da parte dell’amministrazione - e appunto d’accordo con la Curia e Ministero alla Cultura - prepararsi, perché sarebbe davvero brutto, oltre che spiacevole, lasciare il piedistallo vuoto o, peggio, mantenere i paramenti attuali, senza nemmeno la possibilità di visitare la statua da vicino, come almeno avviene oggi».
Conclude Lorenzo Innocenti: «La soluzione avrebbe potuto essere quella della predisposizione di una copia, come avvenne a Venezia nel 1982 per la quadriga dei Cavalli di San Marco. Opera questa pure preziosissima, frutto dello sciagurato sacco di Costantinopoli da parte degli stessi Crociati, che diede inizio alla fatale decadenza dell’antica Bisanzio, successivamente presa dai turchi. In quel caso la statua di bronzo, provata dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento, venne restaurata e posta nel museo della Basilica, mentre una copia fedele esposta all’esterno, dove si trova tutt’oggi. Certo, si sarebbe trattato di una spesa per le casse comunali, ma si sarebbero facilmente potuti coinvolgere dei mecenati privati, che in una città fiorente, sia dal punto di vista economico che culturale, qual è la nostra, fortunatamente non mancano. Basti pensare al recente acquisto da parte dell’imprenditore Enrico Carraro del Cinema Altino e del Mignon, che ha sanato finalmente un doloroso buco nero che in città durava da quasi vent’anni. Attendiamo ora di conoscere il destino della nostra statua più preziosa e iconica, sperando che l’amministrazione comunale si proponga di affiancare, sempre nel rispetto dei ruoli, i responsabili vaticani nella gestione del restauro e nell’informazione puntuale della cittadinanza».
Padovaoggi