Gaza, Israele blocca di nuovo gli aiuti nella Striscia: 20 morti nei bombardamenti, le vittime che aspettavano ai centri distribuzione

Ancora una volta Israele ha sospeso le consegne di aiuti a Gaza. Lo ha annunciato la televisione israeliana Channel 12 che cita un funzionario israeliano. La notizia arriva mentre Al Jazeera parla di altre tre persone uccise mentre aspettavano nei pressi dei punti di distribuzione degli aiuti. A questi si aggiungono altre nove persone uccise in un bombardamento che ha colpito una scuola che ospitava sfollati nel quartiere di Sheikh Rawdan a Gaza City. Almeno venti i palestinesi morti negli attacchi sulla Striscia questa mattina.

La notizia della sospensione è arrivata dopo che l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu aveva annunciato l’ordine del premier all’esercito di presentare entro due giorni un piano per impedire a Hamas di sottrarre gli aiuti umanitari. La sospensione delle consegne dovrebbe restare in vigore fino a quando l’Idf non presenterà il suo piano. Il funzionario che ha parlato dello stop degli aiuti a Channel 12 ha aggiunto che la dichiarazione del premier era stata rilasciata dopo che il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, aveva minacciato di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure immediate per impedire che gli aiuti raggiungano Hamas.

Smotrich è il leader del Partito Sionista Religioso. Lo scorso maggio aveva dichiarato che Gaza sarebbe stata “distrutta completamente” e che i civili sarebbero stati trasferiti in altri Paesi. Aveva dichiarato in passato che “neanche un chicco di grano” avrebbe fatto passare nella Striscia. Con l’altro ministro estremista, Itamar Ben-Gvir, alla sicurezza nazionale, era stato sanzionato dal governo del Regno Unito proprio per le loro posizioni su Gaza. Smotrich è tra gli esponenti più attivi nel controllo ed espansione delle colonie israeliane in Cisgiordania.

Altre tre persone sono state intanto uccise nella cittadina di Kafr Malek, a nord est di Ramallah, in Cisgiordania. Decine di coloni israeliani hanno attaccato, come spesso succede nel territorio che per la comunità internazionale dovrebbe appartenere ai palestinesi ma che è occupato illegalmente. Incendiate case e macchine, lanci di pietre. L’esercito ha sparato. La Mezzaluna Rossa ha dichiarato di aver soccorso sette persone ferite, alcune in maniera grave. Cinque coloni sono stati arrestati. Soltanto pochi giorni fa erano stati uccisi Ammar Hamayel, 13 anni, nella stessa Kafr Malek, e Rayan Tamer Houshieh, 15 anni, in un attacco ad al-Yamoun.

L’ONU, tramite il suo portavoce, ha ribadito che gli attacchi “continuano ad avere un impatto devastante sui civili, causando decine di morti e feriti, molti dei quali stavano semplicemente cercando aiuti umanitari” e che “il rapido esaurimento delle scorte di carburante residue sta mettendo a rischio gli sforzi per mantenere attivi i servizi vitali di Gaza. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione ha dichiarato che l’80 per cento delle unità di terapia intensiva, comprese quelle utilizzate per i parti, rischia la chiusura, proprio mentre ogni giorno a Gaza 130 donne partoriscono”.

Redazione Web