Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

Il “Nano Malefico” era aiutato da un carabiniere. L’indagine svela possibili “mele marce” nell’Arma

Il “Nano Malefico” era aiutato da un carabiniere. L’indagine svela possibili “mele marce” nell’Arma

Un traffico di droga che partiva dal Gargano e si estendeva su buona parte della costa adriatica, con base operativa nei comuni foggiani e diramazioni tra Lesina, Cerignola, Molise e Abruzzo. Undici le persone arrestate, al termine di un’indagine coordinata dalla procura e sfociata in un’ordinanza di 102 pagine firmata dalla giudice per le indagini preliminari Bencivenga.

Al vertice del gruppo, secondo quanto emerge dagli atti, vi sarebbe Elidon Buxheli, 48 anni, un cittadino albanese noto come “Il Nano Malefico”, accusato di dirigere le operazioni di approvvigionamento e distribuzione della cocaina, supportato da un’organizzazione ben strutturata e abituata a operare con metodi tipici della criminalità organizzata: telefoni crittografati, sistemi di videosorveglianza, bonifiche delle auto, linguaggi in codice.

Il ruolo di un carabiniere

A far discutere è soprattutto un passaggio dell’ordinanza che documenta la collaborazione con un appartenente alle forze dell’ordine, un carabiniere in servizio nella provincia di Foggia (Alto Tavoliere). L’uomo – si legge – “intratteneva rapporti telefonici e personali” con alcuni membri del gruppo, ai quali forniva indicazioni utili, suggerendo ad esempio come reagire dopo il rinvenimento di un GPS sotto un’autovettura o quando bonificare le auto per evitare di essere monitorati.

Un episodio risalente al 21 marzo 2024 racconta di una conversazione tra i sodali intercettata dalle forze dell’ordine, in cui si discuteva proprio del dispositivo trovato su una vettura, con l’indicazione di lasciarlo al suo posto per capire chi lo avrebbe poi recuperato.

Incontri sospetti e messaggi criptici

Molti degli indagati sono stati monitorati grazie alle telecamere di sorveglianza e a intercettazioni ambientali. In uno degli episodi ricostruiti, risalente a maggio 2024, viene documentato un incontro a Lesina, sotto casa di uno degli arrestati, tra quest’ultimo e un uomo ritenuto vicino all’organizzazione. In un altro caso, nel marzo precedente, le telecamere riprendono la Mercedes del carabiniere parcheggiata nei pressi dell’abitazione di Angelo Di Nauta, 41 anni, un altro degli arrestati. I due si salutano, si guardano attorno e si allontanano, segno – secondo gli inquirenti – di un incontro programmato e cauto.

Degni di nota anche alcuni messaggi WhatsApp inviati nei giorni immediatamente successivi. In uno di questi, il carabiniere scrive: “Ieri sera ti volevo dire che sorvolava un drone… in quei pressi… ma tu non hai risposto… ti volevo far affacciare alla tua soffitta”.

Un’organizzazione estesa e ramificata

Secondo quanto ricostruito dalla gip Bencivenga, il gruppo era composto da più cellule operative, con figure fidate e compiti distinti: chi si occupava del trasporto, chi della vendita al dettaglio, chi della logistica. Una delle figure chiave, accanto al “Nano Malefico”, era anche un uomo indicato come punto di riferimento per la vendita di cocaina a Cerignola, mentre veniva segnalata la presenza di diversi altri “personaggi” coinvolti nel traffico, alcuni dei quali con precedenti penali e legami con il mondo imprenditoriale.

L’operazione, ancora in fase evolutiva, rappresenta uno dei più vasti colpi al narcotraffico nell’area garganica degli ultimi mesi, con risvolti giudiziari che potrebbero estendersi anche oltre gli undici arresti già eseguiti.

Seguici anche su Instagram – Clicca qui Ricevi gratuitamente le notizie sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come
İmmediato

İmmediato

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow