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Indicazioni di Valditara, la nuova bozza: dai cambi sulla matematica al riferimento al genere sparito – Le modifiche

Indicazioni di Valditara, la nuova bozza: dai cambi sulla matematica al riferimento al genere sparito – Le modifiche

Ecco le Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado. Dopo mesi di attesa e polemiche per il lavoro eseguito dalla Commissione sulle risposte al sondaggio somministrato nelle scuole (e non solo) sulla prima bozza, sul sito del ministero sono apparse 97 pagine anziché le 154 della prima versione accompagnate da un sondaggio sulle famiglie – chiaramente – favorevole al lavoro messo in piedi dall’inquilino di viale Trastevere Giuseppe Valditara.

Una “mossa”, quest’ultima, che ha subito scatenato il mondo della pedagogia, in primis la professoressa Silvana Loiero che sul suo profilo Facebook condiviso dal maestro Franco Lorenzoni ha detto: “Un’indagine SWG e KPMG su 1.200 genitori di cui non esiste traccia pubblica, non c’è nessun documento, nessun link, nessuna metodologia. Zero trasparenza. È l’ennesimo esempio di propaganda travestita da innovazione”.

Ma qualcosa è davvero cambiato nella versione finale delle Nuove Indicazioni? Per saperlo bisogna prendere in mano la versione di qualche mese fa e analizzarla parola per parola come abbiamo fatto. Il risultato finale è un lifting moderato dove per snellire il documento iniziale si sono tolte le “finalità”. I cambiamenti maggiori si verificano nel capitolo sulla matematica, mentre sul resto la Commissione o forse il ministro stesso hanno rimarcato l’attenzione alle regole grammaticali, allo studio delle poesie a memoria, al riassunto e all’analisi logica oltre a mettere in guardia una pagina sì e l’altra pure sull’uso “smodato” degli strumenti digitali. Da notare in scienze che rispunta – dopo che era stata tolta dalla prima bozza – la parola “sessuale” relativa allo studio del corpo umano. Restano naturalmente il latino facoltativo e la Bibbia in italiano alla primaria, seppur in forma semplificata.

Ma andiamo a vedere capitolo per capitolo le novità o ciò che è stato cancellato. Nella “premessa” a proposito di scuola e nuovo umanesimo è cambiato il concetto di talento. Se prima era “intrinsecamente legato al potenziale cognitivo di ogni alunno” ora “va inteso come l’espressione attiva e situata delle potenzialità del soggetto, non riducibile a una dote innata, ma strettamente connesso alla sua capacità di mettere in gioco risorse cognitive, affettive e creative in risposta alle opportunità offerte dall’ambiente”. Qualche riga più sotto, invece, la parola “genere” è stata sostituita. Al posto di “il rispetto è oggi l’obiettivo di un’educazione alle differenze di genere” si è preferito mettere “un’educazione finalizzata al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze di ciascuno, secondo quanto suggerito dalle vigenti linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che insistono in particolare sul rispetto verso la donna e la costruzione di relazioni corrette”. Non si cita più l’IA ma una scuola che integra le tecnologie digitali in maniera più generica. A proposito delle finalità della scuola dell’infanzia e del primo ciclo nella prima versione erano state escluse le paritarie, ora comprese. Nel profilo dello studente non può sfuggire un passaggio sulle competenze imprenditoriali: se prima le Indicazioni citavano “assumersi le proprie responsabilità, chiedere aiuto e fornirlo quando è necessario” ora quest’ultime parole sono state modificate con “impegno e laboriosità”. Così cade l’occhio su “Comprendere l’influenza reciproca tra culture” e non più “sulle idee dei singoli individui”.

Sull’organizzazione del curriculo a scuola bastano pochi concetti aggiunti per comprendere la filosofia di Valditara: “Le Indicazioni propongono un cambio di paradigma rimettendo al centro la valorizzazione delle conoscenze che sono la base fondamentale per lo sviluppo delle competenze identificate nel profilo dello studente”.

Sulle Indicazioni per la scuola dell’infanzia è stato cancellato il capitolo sull’accoglienza e l’ambientamento. Qua e là, poi, nelle competenze attese è stato sostituito il verbo “padroneggiare” con “sapersi avvalere”.

Per quanto riguarda le discipline del primo ciclo. In italiano il nuovo incipit è esplicito: “Il cambio di paradigma delle Indicazioni attraversa soprattutto la disciplina Italiano, riportando al centro dell’apprendimento la ricerca e valorizzazione dei meccanismi strutturali che regolano il funzionamento della lingua, spiegano l’esistenza e gerarchia delle ‘regole’ e dimostrano l’importanza della sintassi, distinguendosi da concezioni che esaltano un’idea di lingua come fenomeno spontaneo, sopravvalutando le varietà d’uso e la creatività del soggetto”.

Non solo. Qualche riga più sotto è scritto: “È importante che l’ortografia sia acquisita in modo sicuro e naturale nei primi anni di scuola, senza cedere allo spontaneismo per giustificare errori e usi impropri, poi difficili da eliminare. Molto importante è l’apprendimento della scrittura in corsivo, come già evidenziato nel paragrafo dedicato alla scrittura nella Premessa culturale generale”.

E se a qualcuno non fosse chiaro che d’ora in poi van fatti i riassunti la nuova versione sottolinea: “Fondamentale è l’esercizio del riassumere che implica la capacità di riportare in modo chiaro e preciso i concetti essenziali di un testo orale o scritto: il che risulta utile anche a far organizzare mentalmente all’alunno le informazioni in modo logico e sequenziale e, se del caso, ad esporle con concisione”.

Non manca un concetto che arriva dal ministro: “L’acquisizione della lingua italiana per gli alunni di origine straniera è di fondamentale importanza per il loro successo scolastico e per l’integrazione nella comunità scolastica e sociale. Dunque essi devono poter far propria tale conoscenza, ed è molto importante che raggiungano l’obiettivo, nonostante le difficoltà inevitabili: è assolutamente evidente che l’integrazione passa in primo luogo dal poter parlare italiano, e dal piacere di farlo”.

Di fronte ai tanti che avevano parlato di Indicazioni prescrittive con tanto di letture obbligate, il nuovo documento è corso ai ripari citando di nuovo delle opere ma aggiungendo “ad esempio”. Altra polemica era nata nei mesi scorsi per l’incipit del capitolo di storia della secondaria di secondo grado. Alla frase “Solo l’Occidente conosce la Storia. Ha scritto Marc Bloch: «I greci e i latini, nostri primi maestri, erano popoli scrittori di storia. Il cristianesimo è una religione di storici. […] è nella durata, dunque nella storia, che si svolge il gran dramma del Peccato e della Redenzione […]” ora è stata aggiunto ciò: “Non vuol dire assolutamente che altre società e culture non abbiano avuto una storia e i modi per raccontarla. Vuol dire, come ci ricorda Claude Lévi-Strauss, che «Non soltanto noi riconosciamo l’esistenza della storia, ma le dedichiamo un culto, perché […] la conoscenza che vogliamo o crediamo di avere del nostro passato collettivo, o, più precisamente, il modo in cui lo interpretiamo, ci serve a legittimare o a criticare l’evoluzione della società in cui viviamo e a dare una direzione al suo futuro. Noi interiorizziamo la nostra storia, ne facciamo un elemento della nostra coscienza morale”.

Modificata anche la frase sul cristianesimo. Se prima la Commissione aveva citato: “Per il Cristianesimo, facendosi uomo, Dio aveva voluto manifestare la sua presenza nella vicenda umana” ora queste parole non ci sono più.

Per quanto riguarda, gli argomenti da studiare alla secondaria di primo grado è sparita la concezione occidentale iniziale per lasciare spazio a questa premessa: “L’elenco di argomenti che segue intende semplicemente aiutare l’insegnante fornendogli la traccia di un possibile percorso didattico. Restando egli libero, naturalmente, di apportarvi le integrazioni e le modifiche che riterrà opportune”. E tra le conoscenze, alla primaria, spuntano “La famiglia” e “La Resistenza”. Mentre alle medie: i Longobardi, Signori e Vassalli, i commerci internazionali (il viaggio di Marco Polo in Oriente); la guerra dei trent’anni e la nascita del sistema europeo degli Stati; la seconda rivoluzione industriale e le nuove scoperte scientifiche.

In geografia poco cambia rispetto al passato ma il ministro nel comunicato stampa che accompagna la pubblicazione delle Indicazioni è chiaro: “Non si può essere cittadini italiani se non si sa localizzare il Po o distinguere le Alpi dagli Appennini, o in quali regioni si trovino Bari, Salerno o Verona o Bergamo. Le nuove Indicazioni nazionali per la geografia segnano un netto rilancio della geografia fisica e politica, elevando la disciplina a pilastro fondamentale per la formazione di un cittadino autonomo e consapevole, capace di profonda comprensione delle relazioni tra esseri umani, territorio e ambiente, a tutte le scale, dal locale al globale”.

Sulla matematica la Commissione deve aver lavorato molto in quanto il capitolo pare interamente rifatto con un tono un po’ più morbido. Vedi ad esempio “conoscere le tabelline” al posto di “conoscere con sicurezza le tabelline”. E così in scienze qualcuno deve aver suggerito alla Commissione di introdurre per le medie “Riconoscere l’organizzazione cellulare di organi e apparati; acquisire le prime informazioni su riproduzione e sessualità̀ e conoscere gli elementi fondamentali del corpo umano e le funzioni riproduttive”. In musica, infine, spunta una novità tra le competenze: “Utilizzare i mezzi informatici in modo creativo, interagendo in modo trasversale con le altre discipline”.

Il Fatto Quotidiano

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