Intesa Sanpaolo, tutto il sociale e il green della semestrale dei record

“Di sempre” è la locuzione che ormai non manca, da qualche anno, nelle note stampa che accompagnano le scadenze di molti gruppi bancari. Certamente quelle, trimestrali, semestrali, i bilanci di Intesa Sanpaolo. Il prima banca d’Italia, tra le prime d’Europa, ha presentato stamane una semestrale record, «la migliore di sempre» appunto: utile netto pari a 5,2 miliardi di euro, con una previsione di superare i nove (e rasentare i 10) a fine 2025.
Carlo Messina, il ceo del Gruppo, l’artefice di questa serie di successi – recentemente premiato come “migliore banchiere europea” da un gruppo di giornalisti finanziari tedeschi – commentando i risultati, è stato come sempre bene attento a rivendicarne il coté sociale: «Il 35% dei dividendi cash – pari a 3,7 miliardi di euro maturati nel semestre – è destinato a famiglie italiane e fondazioni azioniste», ha osservato, non dimenticando di ricordare che «le imposte generate nel semestre ammontano a 3,2 miliardi di euro».
Le fondazioni azioniste discendono dai gruppi bancari che, cammin facendo, credettero nel progetto di Giovanni Bazoli, nel ’98 guida del Nuovo Banco Ambrosiano: subito dalla “guzzettiana” Cariplo, nel 2007, la “salziana” e gigantesca San Paolo Imi, quindi tante altre, a scendere per patrimoni, sportelli, territori. Una lunga storia che poi ha toccato Padova, Firenze, Bologna, Cuneo.
Né Messina dimentica di ricordare «l’impegno per la coesione sociale», con 800 milioni già allocati.

Scorrendo la nota che accompagna la semestrale, con la sua grandinata di numeri, ci sono altri rimandi agli impegni socio-ambientali del Gruppo, dove insieme a shareholder, vale a dire azionista, compare presto e spesso la parola stakeholder, ossia “portatore di interesse”.
Leggiamo: «Il solido andamento economico e patrimoniale del semestre si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno Esg del Gruppo». Si parla della «espansione del programma cibo e riparo per le persone in difficoltà (60,3 milioni di interventi tra il 2022 e il primo semestre 2025)»; del rafforzamento delle «iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (23,4 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana 2022-25)»; del già citato contributo «a supporto di iniziative per far fronte ai bisogni sociali per 1, 5 miliardi dal 2023 al 2027, con mille persone impegnate». Un’area che da sola, vale 500 milioni di euro all’anno «per i costi di struttura e di persone dedicate a supportare le iniziative».
Si tratta del personale che sta prevalentemente dentro il perimetro di “Intesa Sanpaolo per il Sociale”, la struttura che, con sua sede bresciana (omaggio al motore solidaristico di tutta questa impresa bancaria) e con un suo chief social officer, Paolo Bonassi, si interfaccia con le altre aree della banca. Per esempio con la Direzione Impact, la ex Banca Prossima diretta da Andrea Lecce, quella del credito Terzo settore e del sostengo dei progetti a impatto, che sta dentro la Banca dei Territori, guidata da Stefano Barrese.

Numeri importanti, obiettivamente.
Nel dettaglio, il già citato Programma cibo e riparo per le persone in difficoltà «ha fornito aiuti concreti sul territorio in Italia e sostegno all’estero, con 60,3 milioni di interventi effettuati tra il 2022 e il primo semestre 2025, con 49,1 milioni di pasti, 4,3 milioni di posti letto, 6,3 milioni di medicinali e 621mila capi di abbigliamento». L’impegno sull’occupabilità, col Programma Giovani e Lavoro, che ha provveduto «formazione e accesso al mercato del lavoro italiano di oltre 3mila, giovani nell’orizzonte del “Piano di Impresa 2022-2025”: nel primo semestre 2025 richieste di iscrizione da parte di oltre 2.200 studenti tra i 18 e i 29 anni, circa 1.200 studenti intervistati e oltre 480 formati e in formazione con 19 corsi (circa 5.350 formati e in formazione dal 2019) e oltre 2.480 aziende coinvolte dal lancio dell’iniziativa nel 2019».
Non manca l’impegno su disuguaglianze e inclusione educativa: verso il quale c’è stato, spiega la nota, «un rafforzamento delle partnership con le principali università e scuole italiane, nel quadro del programma di inclusione educativa che, nel primo semestre 2025, ha coinvolto oltre 2.600 scuole e oltre 18mila studenti, supportando il merito e la mobilità sociale».
Sul social housing, invece, «sono state rafforzate le iniziative del Gruppo in corso in termini di promozione di unità abitative, anche mediante l’identificazione di nuove partnership con primari operatori nel settore, per conseguire gli obiettivi del Piano di Impresa (promozione di 6-8 mila unità di alloggi sociali e posti letto per studenti)».

Non peregrino poi l’impegno sull’inclusione finanziaria e giustamente lo ricordano con orgoglio dall’alta torre torinese, la sede Intesa Sanpaolo, che svetta – terzo edificio più alto dopo la Regione e la Mole – a due passi dalla Stazione di Porta Susa: «Concessi 3 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana nel primo semestre 2025», che fa salire il conto dal 2022 a quota 23,4 miliardi».
Nell’area culturale, si segnala il polo museale costituito dalle Gallerie d’Italia, gratuito per gli under 18, ossia «le quattro sedi di Milano, Napoli, Torino e Vicenza, su una superficie complessiva di 30mila metri quadrati, hanno avuto circa 420mila visitatori nel primo semestre 2025, per un totale di circa 2.335.000 dal 2022».
Non che l’impegno ambientale sia da poco: «Dal 2021 al primo semestre del 2025», ha ricordato lo stesso Messina, «abbiamo erogato 78,6 miliardi di euro a sostegno della Green Economy, di cui 14 miliardi di euro destinati, dal 2022, all’economia circolare».
Continuando a guardare dentro la relazione della semestrale, si trovano alcuni elementi di rilievo, a cominciare dall’accelerazione dell’impegno vero le zero emissioni nette. Per esempio, dal 2022 al 2024, «sono stati fissati gli obiettivi al 2030 per i 10 settori con più elevate emissioni nel portafoglio crediti del Gruppo, completando a novembre 2024 la copertura dei settori a maggiori emissioni».

A Intesa parlano di «emissioni finanziate assolute ridotte del 32,9% nel 2024 rispetto al 2022». Mentre «le emissioni proprie del Gruppo si sono ridotte del 35% a fine 2024 (rispetto alla data di riferimento del 2019), a fronte di un obiettivo del 53% al 2030», mentre il «93% dell’energia acquistata deriva da fonti rinnovabili, a fine 2024».
La banca guidata da Carlo Messina riduce dunque i finanziamenti a chi emette Co2 (tema spesso al centro della critica ambientalista) e sostiene, col credito, le aziende che la transizione la stanno facendo: è il caso dei 78,6 miliardi di euro tra il 2021 e il primo semestre 2025 e dei 76 miliardi, già citati da Messina, di nuovo credito disponibile a supporto di green economy, economia circolare (1,4) e transizione ecologica. Sono invece 3 i miliardi di mutui green finanziati alle persone (per acquisto di abitazioni efficienti dal punto di vista energetico), in un piano che ne prevedeva 12 nel quadriennio 2022-25.
Cifre che fanno gongolare quelli di Intesa: han gioco facile nel ricordare d’essere «l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Best-in-Class Indices e nella CDP Climate A List e unica banca italiana, prima banca in Europa e seconda al mondo, nel 2025 Corporate Knights Global 100 Most Sustainable Corporations in the World Index» e, infine, «prima tra le banche del peer group nelle valutazioni di Sustainalytics».
Oggettivamente rilevante anche l’attitudine verso lo stakeholder “Personale”: il Ftse Diversity & Inclusion index mette Intesa Sanpaolo al primo posto fra le banche, settima società al mondo, e «unica banca in Italia», fra le 100 aziende più inclusive e attente alla diversità, tanto per citare uno dei vari ranking in cui il gruppo eccelle.
D’altra parte, Messina non manca mai di ricordare il folto popolo di dipendenti e collaboratori, che sono, al 30 giugno scorso, 91.347, al lavoro in 2.828 sportelli in Italia e 943 esteri. Anche il loro costo è detto con garbo d’altri tempi: «Alle nostre persone sono state destinate risorse per 3,2 miliardi di euro», dichiara il ceo.

Non sono immediatamente connessi agli aspetti di impegno socio-ambientale ma, a ben guardare, c’entrano eccome, i 42 miliardi di euro «di nuovo credito a medio-lungo termine nel primo semestre 2025 (+33% rispetto al primo semestre 2024), con circa 29 miliardi in Italia (+44% rispetto al primo semestre 2024), di cui circa 25 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese (+41% rispetto al primo semestre 2024)».
È il cosiddetto supporto all’economia reale, cioè quando la banca fa la banca, impiega il risparmio raccolto nell’economia fatta di aziende, di gente che rischia e lavora.
Un dato che fa pendant con quello delle circa 1.260 aziende italiane «riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel primo semestre 2025,» salvando 6.300 posti di lavoro: un conto che fa 145mila dal 2014, per 726mila posti di lavoro complessivi.
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Nella foto di apertura, dell’autore di questo articolo per VITA, la sede legale di Intesa Sanpaolo a Torino.
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