JOSEPH & BROS/ Al Meeting lo spettacolo per riflettere sulle divisioni del nostro tempo

Nell'ambito del Meeting di Rimini, oggi al Teatro Galli (ore 21:30) va in scena lo spettacolo "Joseph & Bros"
Tre uomini in una cella. Un anziano sicario mafioso, un giovane magrebino e un uomo colto di mezz’età. Tre mondi che si fronteggiano, ma forse alla fine s’incontreranno. In scena va il dramma millenario del Mediterraneo, culla di civiltà e però anche di tensioni profonde, fino ai giorni nostri.
“Joseph & Bros” è il nome di una folk band e soprattutto il titolo dello spettacolo che andrà in scena questa sera alle 21:30 al Teatro Galli di Rimini, in occasione del Meeting 2025. L’opera nasce dal fortunato sodalizio artistico tra Ignazio De Francesco, monaco e islamologo con lunga esperienza nelle carceri, e il regista, drammaturgo e attore Alessandro Berti. Insieme hanno già portato in scena “Leila della tempesta” e “Simeone e Samir”.
L’angusto spazio della cella, troppo stretta per i tre personaggi interpretati da Savì Manna, Francesco Maruccia e lo stesso Berti, con le sue barriere fisiche evoca quelle mentali che separano popoli e fedi trasformandosi, in definitiva, nella metafora delle divisioni del nostro tempo.
“Dentro il carcere, tre detenuti”, racconta Berti. “Fratelli non di sangue, ma perché nati nel Mediterraneo”. Joseph & Bros, sottolinea, “è uno spettacolo sulla fraternità, sulla crisi della fraternità mediterranea, uno spettacolo su questa guerra, la guerra ancora in atto”.
C’è un sottotesto che attraversa l’intera narrazione. Il racconto archetipo sulla difficile convivenza tra i popoli che sia nella bibbia, sia nel corano è reso con la storia di Giuseppe (Joseph) e dei suoi fratelli. Così, dentro la cella si scoprono “giochi di fraternità”, quelli che i detenuti mettono in atto nel tentativo disperato, ma anche commovente, di ricostruire un legame, di superare pregiudizi e violenze.
Joseph & Bros è poi, si diceva all’inizio, anche il nome della folk band carceraria che i tre decidono di fondare e che con la sua musica scandirà l’alternarsi dei capitoli della narrazione.
La scena scarna, priva di orpelli, valorizza il lavoro d’attore, l’intensità delle voci, l’espressività dei corpi. Nella cornice del carcere, deserto con le sbarre, l’arte emerge non solo come strumento di comunicazione, ma anche come necessità per la sopravvivenza, imponendosi come un mattone nuovo con cui costruire.
Joseph & Bros rifugge soluzioni semplicistiche, preferendo valorizzare le domande radicali sull’identità e sul perdono. Uno specchio su cui protagonisti e pubblico posso vedere riflesse le proprie contraddizioni.
Lo spettacolo è prodotto da Casavuota e sostenuto, tra gli altri, da Comitato Regionale per le Onoranze ai caduti di Marzabotto. Per informazioni e biglietti: www.vivaticket.it
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