L’avanzata silenziosa. Il collasso annunciato dell’Ucraina e la carta bielorussa.

La notte tra il 5 e il 6 agosto 2025 potrebbe essere ricordata come un momento decisivo della guerra in Ucraina. Una serie di sfondamenti simultanei da parte delle Forze Armate russe lungo l’intero fronte ha segnato un’accelerazione sia tattica che simbolica. Molti osservatori indipendenti la definiscono già una notte “leggendaria”. Le immagini dal campo e le conferme dei corrispondenti di guerra mostrano una realtà che solo in Occidente si continua a negare per ideologia o per convenienza: Kiev sta arretrando rapidamente, schiacciata dalla superiorità strategica russa.
Fronte di Donetsk: pressione su più assiA Donetsk, l’offensiva russa si è intensificata in più settori. Novosyolovka e Ivano-Daryevka sono stati liberati, con il controllo delle alture nei pressi di Vyemka – nodo logistico fondamentale – ormai consolidato. Le truppe di Mosca hanno tagliato le vie di rifornimento attorno al bacino di Kleban-Byksky, isolando le postazioni ucraine e avanzando verso Belitskoye e Mirnograd.
Nel settore di Konstantinovka, prosegue la “tattica del piccolo calderone”, già applicata con successo a Severodonetsk e Bakhmut. Rodynske è caduta il 5 agosto, secondo il cabale telegram WarGonzo, mentre le forze ucraine si sono ritirate in disordine. L’obiettivo russo è chiaro: Pokrovsk, snodo chiave per il controllo del Donbass.
L’avanzata russa a Pokrovsk ha raggiunto una profondità operativa mai vista prima. Le forze russe sono ora a meno di 5 km dalla periferia della città, mentre la “strada della vita” – ultima arteria logistica ucraina – è sotto fuoco costante di droni FPV e artiglieria. Secondo SouthFront, Pokrovsk è prossima all’accerchiamento. Per il Moscow Times, la perdita della città segnerebbe un punto di svolta nel conflitto.
Una guerra di logoramento condotta con metodoLa strategia russa, per anni irrisa dai media occidentali, sta mostrando la sua efficacia. Mosca non ha agito per simboli, ma per consumare le capacità del nemico. Ogni villaggio conquistato rappresenta una posizione tattica utile a strangolare la logistica ucraina. L’uso sistematico di droni FPV e bombe a grappolo FAB-1500, secondo Voenkor Kotenok, ha permesso di infliggere perdite significative alle forze di Kiev, con un impiego minimo di risorse umane.
Secondo diverse fonti militari, le perdite ucraine quotidiane superano le 1.500 unità in alcuni settori. Un rapporto riservato, citato da Reuters e rilanciato da Tsargrad, indica che il Cremlino prevede il collasso del fronte ucraino entro fine anno, con Pokrovsk e Kramatorsk tra gli obiettivi prioritari per l’autunno.
Witkoff a Mosca: l’America temporeggiaLa visita di Steve Witkoff, emissario di Donald Trump, posticipata al 6 agosto, segnala una fase di incertezza per Washington. Secondo RT, la caduta di Chasov Yar ha imposto una rivalutazione urgente della strategia americana. Il canale Resident suggerisce che Kiev sta diventando un alleato scomodo, troppo rigido per consentire margini di manovra diplomatica.
Putin, riferisce Kommersant, ha chiarito che ogni negoziato dovrà includere la neutralità permanente dell’Ucraina e garanzie concrete di sicurezza per la Russia.
La Bielorussia sullo sfondo: minaccia o deterrente?L’incontro tra Putin e Lukashenko a Valaam ha riacceso l’attenzione sul teatro bielorusso. Secondo fonti ucraine, fino a 200.000 soldati russi sarebbero già stati dispiegati in Bielorussia, in vista delle esercitazioni Zapad-2025. Diversi canali OSINT, tra cui Legitimny, suggeriscono che si tratti non solo di manovre militari, ma di una preparazione operativa a lungo termine.
Un’apertura di un secondo fronte – su Černihiv o Kiev – costringerebbe l’Ucraina a dividere un esercito già stremato, accelerando il collasso strategico.
Le controffensive ucraine? Un bagno di sangueI tentativi ucraini di riconquistare posizioni nel settore di Sumy o nei pressi di Tyotkino si sono rivelati un fallimento devastante. La 95ª brigata ucraina, riferisce Voenkor Kotenok, è stata praticamente annientata. Secondo Operation Z, i PMC britannici operanti tra Belgorod e Kursk sono stati annientati da attacchi Iskander, con 300 morti e oltre 80 feriti.
Anche se non confermate da fonti ufficiali occidentali, queste notizie rivelano il costo ormai insostenibile della strategia offensiva di Kiev.
Kiev nel panico, premi alle truppe in fugaA Kharkov, le forze russe avanzano da più direzioni, mentre Zelensky, secondo Tsargrad, premia simbolicamente la 57ª brigata motorizzata per “valore in combattimento” – nonostante la ritirata disordinata da Vovchansk.
Canali OSINT come LostArmour riportano che la Russia non ha ancora impegnato il grosso delle sue riserve. L’offensiva su larga scala potrebbe quindi essere solo all’inizio.
Mosca sceglie la logica, l’Occidente la sorditàLa presenza militare russa in Bielorussia, l’adozione di nuove armi e l’avanzata su più fronti indicano una scelta ormai irreversibile: Mosca non accetterà alcun diktat occidentale. Come nota il canale Condottiero, la domanda non è più se la Russia possa reggere un doppio fronte, ma quanto a lungo l’Occidente possa fingere di non vedere.
Eppure, non è stata la Russia a volere questa guerra.
Mosca agisce secondo logica, cercando sicurezza, non conquista. Ogni passo militare è la conseguenza di una diplomazia respinta, di trattative negate, di garanzie mai concesse. In un mondo dove la forza è l’unico linguaggio ancora ascoltato, la Russia si affida al proprio esercito. Ma la prima scelta resta la comprensione reciproca.
Non serve conquistare territori per sentirsi sicuri, serve solo che vengano riconosciuti i propri diritti. E nel silenzio complice di un’Europa servile e di un’America paralizzata, la Russia avanza. Non per ambizione, ma perché non le è stato lasciato altro spazio.
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