L’editoriale. Tutti gli errori della crisi dei taxi a Ischia


La protesta dei tassisti di Ischia è una vicenda costellata di errori. Su questo possiamo essere tutti d’accordo, al netto delle singole posizioni o dei diversi punti di vista.
Partiamo dal primo errore, quello del sindaco Enzo Ferrandino.Enzo Ferrandino ha sbagliato nella gestione della vicenda all’inizio, non durante. L’errore è consistito nella pubblicazione sull’albo pretorio dell’ordinanza che disponeva la cancellazione degli stalli nei pressi di Piazza Antica Reggia. Questa mossa è stata la miccia che ha innescato la protesta, soprattutto per il tempo intercorso tra la pubblicazione e l’entrata in vigore, che ha contribuito a rendere l’ambiente ancora più incandescente.
Ci saremmo aspettati una mossa più scaltra: attendere la data di entrata in vigore dell’ordinanza e procedere con un’operazione “chirurgica”, come fece Luigi Boccanfuso con le “strisce gialle” sulla Riva Destra, far trovare gli stalli cancellati e il palo già rimosso. Sarebbe stata una mossa più brusca, ma probabilmente avrebbe tenuto gli animi meno accesi.
Veniamo ora agli errori dei tassisti, che – a mio avviso – sono almeno due: uno politico e uno strategico. Partiamo da quello strategico.La protesta, così come organizzata, è sintomo di una scelta poco ragionata e improvvisata, sia dal punto di vista delle autorizzazioni sia da quello delle modalità. Sarebbe stato più opportuno organizzare una protesta secondo i canoni tradizionali, come fatto in passato, evitando di lasciare spazio agli impulsi e alle frenesie di chi cerca solo telecamere e visibilità. Una protesta condotta ai tavoli istituzionali, e non con le auto in giro per il comune, avrebbe evitato disagi all’utenza e agli stessi operatori, raggiungendo forse obiettivi più concreti. Con un po’ di sangue freddo, i tassisti avrebbero potuto (e potrebbero ancora) chiedere il supporto di un avvocato per impugnare l’ordinanza di Ferrandino davanti al TAR. Sarebbe stato un atteggiamento maturo, che avrebbe anche protetto la categoria dal sentimento diffuso – purtroppo non positivo – che la collettività spesso nutre nei confronti dei tassisti.
L’altro errore è quello politico.Chi conosce bene il nostro territorio sa che i due stalli eliminati a Piazza Antica Reggia distano solo una ventina di metri dallo stazionamento nel parcheggio ex Jolly. Sa anche che, nonostante le dimensioni e i posti disponibili, nelle ore di punta si crea comunque una lunga fila di taxi. Chi conosce bene Ischia sa anche che quel tratto di Via Alfredo De Luca – da Piazza Antica Reggia fino all’incrocio con San Ciro – è una sorta di “zona franca”, dove si tollerano molte irregolarità.
Qualcuno più saggio di chi si è travestito da “Masaniello de’ noialtri” avrebbe dovuto consigliare alla categoria un approccio più riflessivo.Oltre alla via giudiziaria, sarebbe stata auspicabile un’interlocuzione diversa, meno frontale, soprattutto considerando la nota permeabilità dell’amministrazione Ferrandino. Magari si sarebbe potuto mediare una soluzione: uno slittamento degli stalli riservati ai taxi di qualche metro, un arretramento strategico che avrebbe permesso di soddisfare sia le esigenze dell’amministrazione sia quelle della categoria.
La protesta, com’era prevedibile, ha invece solo irrigidito le posizioni e allontanato le parti. Ora sarà difficile tornare indietro, almeno nel breve periodo. Per orgoglio, per difendere le decisioni già assunte e perché nessuno vuole fare un passo indietro.

Il Dispari