Lavoro, gli italiani vogliono salari più alti e sicurezza. Vi sembra scontato? Eppure non è così

Il salario certo. Ma anche la sicurezza. È un’Italia sempre più attenta alla qualità, all’etica e alla sicurezza dell’ambiente lavorativo, oltre che alla retribuzione quella che emerge dall’indagine demoscopica “Gli italiani e il lavoro”, condotta dall’Istituto Piepoli per conto della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro.
Per gli italiani infatti l’aumento dei salari (63%) e la sicurezza sul lavoro (60%) sono le due priorità. Una vera e propria rivoluzione copernicana rispetto agli scorsi anni, quando in vetta ai desiderata spiccavano la crescita occupazionale (oggi al 35%) o la riduzione della precarietà (31%).
I salari dunque. Sempre più erosi e smilzi. Per il 43% degli italiani, la principale causa della perdita di potere d’acquisto dei salari è l’inflazione e la responsabilità di contrastare questo fenomeno ricade sulle imprese (46%), seguite dai sindacati (35%). Per quanto riguarda la sicurezza, contrariamente a quanto si direbbe, i lavoratori italiani promuovono le istituzioni, bene anche le aziende. L’attenzione alla sicurezza sul lavoro è percepita infatti come aumentata negli ultimi anni, soprattutto da parte delle istituzioni (il 41% ritiene che sia cresciuta), ma anche delle aziende (il 26%).
I sindacati ricevono, invece, una valutazione più tiepida (22%), con un lieve saldo positivo. Tra gli altri dati emerge che il 52% dei lavoratori si sente tutelato sul proprio luogo di lavoro e 7 su 10 (71%) dichiarano di partecipare regolarmente a corsi di formazione obbligatoria in materia di sicurezza, organizzati dall’azienda per cui lavorano. Un dato in netto miglioramento rispetto al passato e che testimonia una crescente cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro, frutto anche dei molteplici provvedimenti adottati in materia. Responsabilità condivisa sulla sicurezza.
Alla domanda su chi debba occuparsi principalmente della sicurezza sul lavoro, gli italiani si dividono: il 51% attribuisce la responsabilità principale alle imprese, mentre il 40% sottolinea la necessità di un impegno condiviso tra datori di lavoro e lavoratori. Nel report anche una domanda su come facilitare la conciliazione tra lavoro e vita privata. Il 51% degli intervistati,a questo proposito, indica come priorità l’ampliamento dell’offerta di strutture come gli asili nido, seguiti da maggiori servizi aziendali (21%).
Infine, il tema quantomai attuale dell’intelligenza artificiale, che al momento pare percepita non come una minaccia ma come un’opportunità: il 58% degli italiani (il 66% tra i giovani) si dichiara favorevole al suo utilizzo per aumentare la competitività sul lavoro. Anche tra gli over 54 si nota una crescente apertura.
Luce