Le Acli: «Attacco all’Iran, Italia e Ue si dissocino dalla decisione di Trump e lavorino per la pace»

Gli ultimi sviluppi del conflitto in Medio Oriente stanno coinvolgendo sempre di più i cittadini italiani e una larghissima parte del Terzo settore, a tutti i livelli. Le Acli, attraverso il loro presidente nazionale Emiliano Manfredonia, prendono nuovamente posizione su questo tema che riguarda davvero tutti, senza alcuna distinzione. «L’espandersi della guerra nel Medio Oriente non può che generare angoscia e preoccupazione, perché segna un’escalation dagli esiti imprevedibili», dichiara Manfredonia. «La decisione unilaterale e probabilmente illegale del presidente Trump di colpire alcuni siti nucleari iraniani non rimarrà priva di conseguenze, e si può già prevedere che molte altre vite umane verranno spezzate, alimentando la spirale dell’odio e della vendetta. Non si tratta qui di difendere un regime indifendibile, ma di affermare quei principi di diritto internazionale, autentico presidio contro l’affermarsi della legge del più forte, che ha prodotto le più grandi tragedie dell’umanità: non hanno dunque insegnato nulla le vicende dell’Iraq, dell’Afghanistan e della Somalia?».

«Le vere condizioni di sicurezza si costruiscono “disarmati”, con la diplomazia, con la valorizzazione assoluta degli organismi internazionali a presidio della coesistenza dei popoli», prosegue il presidente Manfredonia. «Chiediamo al nostro Governo e all’Unione europea di dissociarsi formalmente da questa azione sconsiderata, che non porterà alla pace e aumenterà l’insicurezza a livello globale. Chiediamo anche di voler riconsiderare su base europea la strategia delle alleanze militari, e comunque di voler riaffermare il primato della costruzione della pace, che l’opinione pubblica del nostro Paese e del nostro Continente ha più volte dimostrato di avere a cuore, da ultimo con la grande manifestazione di ieri a Roma».
«Certo occorre riflettere sulla crisi dei sistemi democratici, nel momento in cui essi cadono in mano a persone senza scrupoli che violano i principi costituzionali e le procedure legali in nome di un potere autocratico che sempre meno si differenzia dalle dittature», conclude il presidente delle Acli. «Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra: il grave ammonimento di Pio XII che risuonò nell’ estate del 1939 è stato richiamato pochi giorni fa da Leone XIV, con un appello al dialogo e alla forza della diplomazia. Lo facciamo nostro nella preghiera e nell’impegno perseverante per la pace, che è la giustizia e la vera democrazia».
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