Musk contro il mega-disegno di Trump: nasce America Party?

L’uomo più ricco del mondo ha appena dichiarato guerra al Presidente che ha contribuito a eleggere. Elon Musk promette di distruggere politicamente ogni repubblicano che sostiene il mega-disegno di legge di Trump. E minaccia di fondare un nuovo partito se le cose non cambiano. Benvenuti nella soap opera più costosa della storia americana.
Musk minaccia Trump: “Fonderò un nuovo partito americano”Musk non usa mezzi termini. Su X ha scritto: “Ogni membro del Congresso che ha partecipato alla campagna per ridurre la spesa governativa e poi ha votato per il più grande aumento del debito della storia dovrebbe vergognarsi! E perderanno le primarie l’anno prossimo, fosse anche l’ultima cosa che faccio su questa Terra.”
L’ironia è devastante: l’uomo che ha speso oltre 250 milioni di dollari per far eleggere Trump nel 2024 ora promette di spendere altrettanto per distruggerlo politicamente.
Cos’è cambiato? Il Big Beautiful Bill di Trump. Un mega-disegno di legge che secondo il Congressional Budget Office aggiungerà 3,3 trilioni di dollari al deficit in dieci anni. Per Musk è il tradimento finale dei principi conservatori.
La nascita dell’America PartyMusk non si limita alle minacce. Ha annunciato che se il disegno di legge passerà, fonderà “l’America Party” il giorno dopo, definendo l’attuale sistema politico come il “Porky Pig Party” – un unico partito del maiale che spende senza controllo.
If this insane spending bill passes, the America Party will be formed the next day.
Our country needs an alternative to the Democrat-Republican uniparty so that the people actually have a VOICE.
— Elon Musk (@elonmusk) June 30, 2025
“È chiaro che stiamo vivendo in uno Stato con un solo partito al potere (i Repubblicani sono come i Democratici), visto il livello di spesa incontrollata che aumenta il debito di 5.000 miliardi di dollari.“, ha scritto su X. Ma un nuovo partito è realistico? Con tutti i soldi che ha Musk (oltre 400 miliardi) e la sua influenza sui social, potrebbe davvero farlo. La domanda è: quanti americani lo seguirebbero?
Trump contrattacca: “Tornatene in Sudafrica”Trump non è rimasto zitto. Su Truth Social ha colpito dove fa più male: i sussidi governativi di Musk.
“Elon potrebbe ricevere più sussidi di qualsiasi essere umano nella storia, e senza sussidi, probabilmente dovrebbe chiudere baracca e tornarsene a casa in Sudafrica. Niente più lanci di razzi, satelliti o produzione di auto elettriche.”
È la classica mossa Trump: trasformare l’alleato di ieri nel nemico di oggi, puntando sulle sue vulnerabilità economiche. Le aziende di Musk ricevono circa 38 miliardi in contratti e sussidi governativi. Trump ha toccato il nervo giusto: senza l’aiuto dello stato, l’impero Musk vacillerebbe.
La rottura è ancora più clamorosa perché Musk aveva lasciato il ruolo temporaneo nell’amministrazione Trump solo a maggio, dicendo di aver “fatto abbastanza” politicamente. Ora è tornato, ma dalla parte opposta. Il punto di rottura? Il DOGE (Department of Government Efficiency) che Musk aveva guidato per tagliare le spese è stato ignorato nella stesura del mega-disegno di legge.
Chi sta tradendo chi?Musk sostiene di rimanere fedele ai principi conservatori. Trump dice che Musk pensa solo ai suoi interessi economici. La verità probabilmente sta nel mezzo. La cosa più surreale, è che ora Musk sostiene Thomas Massie, il repubblicano che Trump vuole eliminare dalle primarie. E ha il supporto di Thom Tillis, il senatore che ha annunciato il ritiro proprio per non dover più sottostare ai diktat trumpiani.
È l’alleanza più improbabile della politica americana. Musk ha dimostrato che i suoi soldi possono cambiare le elezioni. Ma può davvero sfidare Trump sul suo stesso terreno? Il Presidente ha una base fedele che lo segue ciecamente, mentre Musk è visto da molti come un outsider privilegiato.
La battaglia si giocherà sulle primarie repubblicane del 2026. Chi vincerà? Questa guerra non si combatte nei comizi o in TV, ma su X e Truth Social. Due miliardari che si scambiano insulti davanti a milioni di follower (persino Stephen King è intervenuto a proposito), decidendo il futuro del partito repubblicano 280 caratteri alla volta. È il trionfo della politica dell’intrattenimento: drama, tradimenti, colpi di scena. Mancano solo i popcorn.
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