«No alla chiusura del convitto Magarotto»: la protesta di studenti e lavoratori

«Non toglieteci il diritto di formarci al Magarotto»: questo è solo uno degli striscioni affisso all'esterno del convitto di via Cardinal Callegari nel quartiere Arcella a Padova, che rischia di chiudere nei prossimi mesi.
Una cinquantina di persone si è radunata per un presidio di protesta organizzato dal sindacato Anief, con il presidente provinciale Alberto Ruggin che afferma: «Il personale Ata ed educativo del Convitto "Antonio Magarotto" di Padova desidera esprimere la propria profonda preoccupazione e il proprio dissenso in merito alla decisione, di procedere alla chiusura dell'istituto entro il 31 agosto dell'anno in corso. Il Convitto "A. Magarotto" è un'istituzione storica, fondata nel 1961 da Antonio Magarotto, figura emblematica della cultura e dell'emancipazione delle persone sorde in Italia. L'intento originario, e ancora oggi vitale, era quello di garantire ai ragazzi sordi o con disabilità uditive il diritto allo studio, in un contesto inclusivo e protetto. Dal 2019, il convitto ha esteso la sua offerta anche agli studenti udenti, promuovendo l'inclusione reale, non solo come principio astratto, ma come pratica quotidiana. Contrariamente a quanto affermato nella motivazione ufficiale della chiusura, il numero di iscritti è attualmente superiore a 30, ovvero al di sopra della soglia minima necessaria per mantenere attiva la struttura. La narrazione di un "calo di iscrizioni" non rispecchia, dunque, la realtà dei fatti. In questi anni, il convitto ha accolto studenti provenienti da tutta Italia e dall'estero, comprese situazioni delicate come quella dei ragazzi ucraini in fuga dalla guerra, Molti studenti si trasferiscono a Padova per frequentare scuole d'eccellenza, come il Liceo Classico Europeo (altrimenti disponibile solo presso il Foscarini di Venezia e l'Educandato San Benedetto di Montagnana) e per svolgere attività sportive a livello agonistico in associazioni cittadine (calcio, pallavolo, nuoto, rugby)».
Aggiunge Ruggin: «La chiusura di questo convitto rappresenterebbe non solo un grave danno educativo e culturale, ma anche una violazione del diritto allo studio per tutti quei ragazzi e ragazze che si trovano in situazione di fragilità o che semplicemente hanno scelto Padova come città della loro formazione. A questo si aggiunge il danno per tutti i lavoratori, che si trovano da un giorno all'altro con un futuro incerto, soprattutto per i numerosi precari che da settembre si vedranno allungare le graduatorie grazie alla perdita di questo istituto che conta più di 33 unità Ata». Siamo profondamente delusi dalla posizione assunta dal Provveditorato, dall'Ufficio Scolastico Regionale e dal Ministero, che sembrano non cogliere l'enorme valore umano e sociale rappresentato da questa struttura. Infine, ma non per importanza, la chiusura del Convitto Magarotto penalizza tutto quel bacino di giovani fuori sede che vogliono seguire specifici corsi di studio offerti dal comprensorio di Padova, proprio in un momento storico dove da più parti si chiedono più incisive politiche abitative pubbliche. Vi chiediamo, quindi, con forza, un vostro immediato intervento affinché venga preservata questa realtà educativa e formativa tanto preziosa per la città di Padova quanto per l'intero territorio nazionale».
Padovaoggi