Perché al Roland Garros nessun incontro femminile viene disputato di sera?

Immaginate di essere un grande appassionato di tennis femminile e di tornare a casa la sera per godervi lo spettacolo di una partita del Roland Garros. Ed ecco che subito rimarrete delusi. Questo perché la sessione serale dell'Open di Francia è un affare per soli uomini. Non è un caso infatti se l'ultimo match femminile disputato alla sera è quello dell'ottavo di finale tra Sabalenka e Stephens del 4 giugno 2023. Insomma, una grande disparità di genere. Basti pensare che da quando è stata introdotta questa formula sul campo principale del Roland Garros soltanto 4 incontri su 43 disputati in notturna hanno visto impegnate le donne.
Il tennis femminile reclama spazio e visibilitàShelton-Sonego, Sinner-Rinderknech, Monfils-Dellien, Nava-Rune e poi di nuovo Monfils contro Draper. Sono questi alcuni dei match disputati la sera nei primi giorni dello Slam. E il tennis femminile ha deciso di dire basta reclamando spazio e visibilità. Lo ha fatto attraverso le parole della tennista Ons Jabeur che in conferenza stampa, oltre all'amarezza per l'eliminazione al primo turno, ha accusato pesantemente il torneo parigino di non dare al tennis femminile il riconoscimento che merita.
“Le persone in questo modo vedranno sempre più gli uomini““Penso la stessa cosa che pensavo lo scorso anno. E' una cosa spiacevole per lo sport femminile e non solo per il tennis. Spero che chiunque prenda queste decisioni non abbia delle figlie perché non penso che le vogliano trattare in questo modo. Le persone in questo modo vedranno sempre più gli uomini a cui è concessa maggiore visibilità. E' una vergogna che sia stato firmato un contratto come questo. L'anno scorso il match tra Iga e Naomi poteva andare nella fascia serale. Non so a quali tipi di fan si riferiscano quando dicono che non c'è interesse. Io, come tifosa, andrei sicuramente a vedere quelle partite“, le parole della tunisina.
La risposta (in rovescio) di Gauff e SwiatekLe dichiarazioni di Jabeur hanno fatto il giro di tutti i campi di terra rossa del Roland Garros con Coco Gauff, attualmente in seconda posizione nel ranking WTA, che è andata controcorrente rispetto alla sua collega. La statunitense ha accettato con molta distensione il fatto di non giocare la sera: “Penso che nessuna delle ragazze voglia giocare alle 8 di sera. Non so come la pensano le altre ma credo che tutte preferiscano giocare prima. Forse c'era la possibilità di inserire alcuni match intorno alle 18.30 o alle 19. Ma è anche una cosa che dipende da torneo a torneo. Se vogliono così non è una cosa di cui mi posso lamentare“.
Anche Iga Swiatek è intervenuta sull'argomento sulla stessa lunghezza d'onda di Gauff: “Mi piace giocare di giorno, così sono felice di aver finito e di potermi riposare più a lungo. Capisco questa disparità, ma non sono io a stabilire il programma. Se mi infastidisce che gli uomini possano ottenere un palcoscenico più ampio per questo? No“.
Serve una trasformazione culturaleInsomma, se nel tennis sul tema parità di genere per quanto riguarda gli Slam qualcosa si è mosso, hanno equiparato i prize money anche se quando usciamo dai 4 tornei principali ci sono ancora molte differenze (a Roma la cifra portata a casa da Alcaraz per il torneo maschile è stata leggermente superiore a quella ottenuta da Jasmine Paolini per la sua vittoria), sul tema visibilità c'è ancora molta strada da fare.
Le finali maschili dei tornei di alto livello registrano generalmente ascolti superiori rispetto a quelle femminili. E questo è in parte dovuto alla percezione - radicata ma discutibile - che il tennis maschile sia “più spettacolare“ per via della maggiore velocità e potenza dei colpi. Al contrario, il tennis femminile viene spesso descritto come “più tecnico” o “mentale“, ma con una narrazione che a volte ne sminuisce l'intensità agonistica. Quest'ultimo ha infatti dimostrato di poter offrire spettacolo, talento e carisma pari, se non superiori, a quello maschile. Ma la piena visibilità non arriverà solo con risultati sportivi: richiederà una trasformazione culturale nel modo in cui lo sport viene raccontato, venduto e vissuto. E il prima possibile.
Luce