Polemica su 8x1000. La Cei: «Siamo delusi, Chiesa danneggiata»

Polemica aspra sull’8 per mille, con il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che dal capoluogo felsineo martedì 3 giugno ha espresso «delusione per la scelta del Governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8 x mille di pertinenza dello Stato». È una scelta, ha aggiunto Zuppi, «che va contro la realtà pattizia dell’accordo stesso, che ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento, creando una disparità che danneggia sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato».
Ma in serata è arrivata una replica da fonti del governo dove si è precisato che in realtà è stata soltanto fissata una sesta finalità. «La modifica all’articolo 47 della legge 222/85 fu introdotta dalla maggioranza parlamentare - è stato chiarito da fonti vicine a Palazzo Chigi - che sosteneva il governo Conte 2 con la legge n.157 che convertiva il dl 124 del 26/10/2019. Si introdusse la possibilità per il contribuente di poter scegliere direttamente, in caso di scelta dell’8x1000 allo Stato, a quale delle cinque tipologie di intervento destinare il proprio contributo. Nel 2023 il Governo Meloni ha semplicemente inserito una sesta finalità al fine di poter sostenere le comunità di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche».
Da Bologna Zuppi, come ha riferito il Sir, ha tuttavia tenuto a ricordare «che quella fonte di risorse ci permette di essere vicini alle esigenze delle persone e a coloro che sentiamo più vicini alle nostre preoccupazioni: la lotta alla povertà, l’educazione, le tante emergenze in Italia e nel mondo». Queste - ha sottolineato - «sono una parte importante del nostro sforzo, per tutti. Restiamo comunque fiduciosi - non è soltanto perché è il Giubileo della speranza, ma ne siamo convinti - nella composizione del contenzioso, nel rispetto delle finalità proprie per le quali il meccanismo dell’8x1000 è stato istituito e che non possono essere modificate, se non di comune accordo», ha osservato ancora Zuppi, che in ogni caso ha tenuto a ribadire «la delusione della scelta del Governo».
Duro il leader di Iv Matteo Renzi per il quale «la scelta del Governo di andare contro la Cei e contro la Chiesa Cattolica sull’8 per mille è l’ennesima dimostrazione di un modo di concepire le Istituzioni arrogante e sordo al confronto. Togliere alla Chiesa Cattolica quello che le spetta in virtù del Concordato e farlo perché magari non si condivide la posizione della Cei sui migranti è l’ennesimo colpo di testa del duo Meloni-Mantovano». Condanna anche da parte del senatore Enrico Borghi, anch’egli di Italia Viva, che parla di «decisione dirigista e statalista del governo di modificare l’8 per mille per la Chiesa cattolica e le altre confessioni», e a questo punto «non fa che tradire una volta di più il volto insofferente ad ogni espressione della libertà organizzativa, della sussidiarietà e dell’autonomia dei corpi intermedi».
ilsole24ore