Salento, vacanze a caro prezzo: dai 17 euro per una frisa al lido ai 100 euro per una giornata al mare

Si può essere turisti anche restando a casa. Succede in Salento, dove l’estate 2025 si sta rivelando una stagione dal gusto amaro per chi la vive ogni giorno e per chi cerca un soggiorno economico. Lo segnala un’inchiesta di Repubblica Bari, che documenta come il rincaro generalizzato dei prezzi, spinto dall’onda lunga del turismo di massa, stia trasformando il tacco d’Italia in una meta sempre meno accessibile.
Frise e pucce da record: lo street food diventa gourmetNon più cibo povero, ma luxury food da spiaggia. Al lido Malibù di Torre San Giovanni, una frisa con melanzane, tonno, mozzarella e pomodorini raggiunge i 17 euro. E non si tratta di un caso isolato. In altri stabilimenti balneari della costa ionica, una puccia farcita può superare i 14 euro.
Anche lo street food delle sagre popolari non è più quello di una volta: un bicchiere di vino o un cartoccio di patatine tocca facilmente i 5 euro ciascuno. Per molte famiglie, una cena “informale” costa 30 euro a testa. La pizza – un tempo rifugio per chi voleva risparmiare – non è più immune: alla pizzeria “Antiche Delizie” di Castrignano del Capo, una semplice margherita è passata da 6,50 a 7,50 euro. E i clienti protestano: “Mai visto un rincaro del genere”, dice Davide Martella, turista brindisino.
Mare e ombrellone? Servono fino a 100 euroIl caro prezzi investe anche le spiagge. Al Togo Bay in alta stagione si arriva a pagare quasi 100 euro al giorno per un ombrellone e due lettini. All’Eco Resort di Gallipoli, si parte da 80 euro. E a Torre Lapillo, secondo Repubblica Bari, le tariffe possono schizzare di 20 euro nei weekend, con un costo medio che sfiora i 40 euro anche nei lidi minori.
A pesare anche la questione parcheggi: a Porto Cesareo, Gallipoli e Melendugno, le tariffe arrivano a 5-6 euro l’ora, spesso in aree “improvvisate”. Durante la “Sagra te lu Purpu” a Melendugno, alcune strade sono state transennate per creare parcheggi a pagamento obbligatori, provocando proteste sui social: “Siamo alla frutta”, “Paghi anche per una sagra di paese”.
Aperitivi e serate? Sempre più per pochiL’aperitivo al tramonto, rito estivo irrinunciabile, si sta trasformando in un lusso. A Otranto, al pub Maestrale, un gin tonic al rosmarino costa 13 euro. “Non possiamo permettercelo ogni sera – ammette una turista barese – ma almeno due volte a settimana ce lo concediamo”.
La vita notturna, invece, ha mantenuto prezzi più stabili: tra i 15 e i 30 euro per una serata in discoteca, ma si può arrivare anche a 60 euro per eventi o concerti con ospiti famosi. E se si considera una settimana di movida, i 100 eurovengono superati con facilità, senza contare drink e trasporti.
“Salento caro, meglio la Croazia”L’analisi di Repubblica Bari evidenzia come l’intero territorio salentino, anche sul versante ionico un tempo più economico, abbia uniformato i suoi prezzi al rialzo. Lo conferma anche Maurizio Rampino di Udicon Lecce: “Dalla primavera 2025 – spiega – i rincari hanno raggiunto anche le località considerate “rifugi” low-cost. I prezzi nei lidi sono saliti anche di 10 euro”.
Così molti turisti cambiano strategia: spiagge libere all’alba, rientro entro le 10 per evitare affollamenti e costi, oppure fuga verso l’entroterra. Qualcuno guarda addirittura all’estero. “Piuttosto la Croazia – dice una ragazza –. Con dieci euro entri in discoteca e il drink è incluso”.
Quello che un tempo era un compromesso last minute, oggi è diventato meta da pianificare e da valutare con attenzione, perché anche in Salento, oggi, vacanza non fa più rima con risparmio.
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