Trump-Putin: nessun accordo dall’incontro più atteso, niente tregua in Ucraina ed Europa avvertita

In Alaska
Il vertice in "formato a tre" è durato poco più di tre ore. "Abbiamo concordato su molti punti" Il vero vincitore è Putin, accolto calorosamente e legittimato alla comunità internazionale

Sia Trump che Putin parlano di progressi, ma niente tregua in Ucraina. Nemmeno una temporanea, che alla vigilia dell’incontro in Alaska era prevista come il risultato minimo che un vertice produttivo avrebbe potuto raggiungere. E invece no, nulla di fatto al vertice che si è tenuto ad Anchorage nella notte tra venerdì e sabato. Dichiarazioni brevi rilasciate dai due presidenti alla fine del vertice, nessuna domanda dei giornalisti. Restano molti interrogativi, molte perplessità, poche risposte definite al colloquio. Trump ha parlato di un incontro con anche Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina. Putin ha lanciato un avvertimento all’Europa. A Kiev nessun entusiasmo.
Tappeto rosso, strette di mano, una relazione personale che sembra confermata nella sua cordialità e forza, un rapporto “fantastico” secondo il Presidente USA. I colloqui si sono tenuti alla presenza di soltanto due consiglieri per parte, un formato “tre a tre”. Ai colloqui hanno partecipato, per la Russia, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere Yuri Ushakov, mentre per gli Stati Uniti sono presenti il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff. Il vertice è durato circa tre ore. Non è chiaro cosa si siano detti i due presidenti che nel punto stampa si sono scambiati soprattutto complimenti. Trump l’ha definita come “atmosfera costruttiva di reciproco rispetto” e di “fiducia reciproca”.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha assicurato che gli USA “sicuramente” rimuoveranno alcune sanzioni inflitte alla Russia. Trump ha consegnato a Putin una lettera scritta dalla moglie Melania Trump sulla “piaga dei bambini in Ucraina e in Russia”, ovvero delle decine di migliaia di bambini rapiti in Ucraina e portati in Russia o nei territori occupati senza il consenso delle famiglie.
L’unico risultato che appare unanimemente riconosciuto è la riabilitazione di Vladimir Putin, il Presidente della Russia che nel febbraio del 2022 ha lanciato l’invasione dell’Ucraina. È stato legittimato di fronte alla comunità internazionale, si è rotto l’isolamento cui era stato relegato dall’aggressione. Ha detto di non sentire quando una giornalista ha urlato chiedendogli se “smetterà di uccidere civili?”. È stato accolto calorosamente con un applauso sul tappeto rosso da Trump, ha viaggiato fino al luogo dell’incontro nella limousine presidenziale americana.
Ha chiamato “caro vicino” il Presidente Trump, facendo riferimento proprio al territorio alaskano. Ha assicurato che con Trump alla Casa Bianca la guerra non sarebbe mai esplosa e che la guerra finirà quando sarà risolto alla radice il problema, secondo alcuni osservatori la sovranità e l’autonomia dell’Ucraina. Ha parlato dell’incontro come un punto di partenza di ogni soluzione. “Next time in Moscow“, la proposta lanciata in chiusura dal Presidente russo a quello statunitense.
Alla televisione Fox News, Trump ha parlato di “un ottimo incontro, abbiamo fatto progressi e concordato su tanti punti” anche se “non c’è ancora un accordo” sull’Ucraina. E adesso “spetta a Zelensky e agli europei”, ha ribadito che “sta veramente a Zelensky adesso” anche se non ha specificato in che modo, che “vorrei anche vedere le nazioni europee un poco coinvolte”, e che “Putin ha parlato molto sinceramente del suo desiderio di mettere fine alla guerra in Ucraina”. Il presidente russo ha dichiarato: “Siamo orientati a concludere la guerra con l’Ucraina ma dobbiamo garantire la sicurezza della Russia. Dovevamo incontrarci con gli Stati Uniti, dobbiamo voltare pagina e ristabilire rapporti che non erano mai così bassi dal tempo della Guerra Fredda. Dobbiamo agire in campo politico ma anche in campo economico”.
Putin è tornato in Russia scortato da caccia F-22 degli Stati Uniti. Editoriale infuocato da parte del Kyiv Independent che ha parlato di un colloquio “ripugnante” e “vergognoso” oltre che inutile. Palazzo Chigi ha fatto sapere questa mattina che Trump ha parlato per circa un’ora e mezzo con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei tra cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Abbiamo concordato su molti punti, ma ce ne sono ancora alcuni rimasti”, ha detto Trump ma questi punti non sono stati chiariti. Non è escluso che si aggiungeranno dettagli con il passare delle ore.
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