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Ucraina, gli Stati Uniti sospendono l’invio di alcune armi a Kiev: così Trump dà campo libero a Putin

Ucraina, gli Stati Uniti sospendono l’invio di alcune armi a Kiev: così Trump dà campo libero a Putin

La scelta della Casa Bianca

AP Photo/ Mystyslav Chernov
AP Photo/ Mystyslav Chernov

La motivazione ufficiale è che a Washington e nelle alte sfere militari Usa c’è il timore che le scorte a disposizione si riducano troppo. La realtà dei fatti, basta infatti mettere insieme i comportamenti e le dichiarazioni di Donald Trump da mesi a questa parte, è che gli Stati Uniti non vedono l’ora di mollare l’Ucraina al suo destino, anche se questo fosse cadere sotto l’influenza russa.

La Casa Bianca ha ufficialmente sospeso l’invio di alcune tipologie di armi e munizioni all’Ucraina, una decisione che arriva mentre Kiev è ancora impegnata in una strenua difesa dei suoi confini dall’aggressione delle truppe russe, che nonostante le gravi perdite continuano la loro “operazione militare speciale” nel Paese.

Tra le armi il cui invio è stato sospeso ci sono munizioni di precisione e sistemi di difesa aerea come i missili Patriot, che avrebbero dovuto essere consegnati all’Ucraina nel corso del prossimo anno e che ora il Paese guidato da Volodymyr Zelensky potrebbe tentare di ottenere da altri Paesi Nato.

“Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi americani, a seguito di una revisione da parte del Dipartimento della Difesa dell’assistenza militare della nostra nazione ad altri Paesi in tutto il mondo”, ha dichiarato Anna Kelly, vice portavoce della Casa Bianca, in una dichiarazione all’Afp.

Secondo diversi quotidiani Usa la spinta per staccare la spina ai rifornimenti militari Usa all’Ucraina sarebbe arrivata da Elbridge Colby, un importante funzionario del Pentagono, il ministero della Difesa. L’obiettivo sarebbe quello di rinforzare le difese e in generale l’apparato militare per non correre il rischio di apparire vulnerabili agli occhi di quello che viene considerato il vero “nemico” di Washington, ovvero la Cina, che non nasconde le sue ambizioni militari e di conquista nei confronti di alcuni Paesi che considera parte del suo territorio, uno su tutti Taiwan.

Il passo indietro della Casa Bianca arriva a pochi giorni dall’incontro al vertice Nato dell’Aia, nei Paesi Bassi, tra Trump e il suo omologo ucraino Zelensky: lì il tycoon si era detto aperto all’ipotesi di inviare più armi, in particolare proprio i sofisticati e costosi sistemi di difesa Patriot, ma in generale si era detto disposto a continuare la fornitura di armi a Kiev, salvo poi fare marcia indietro in un amen.

Una scelta che viene comunicata poche ore dopo l’inaspettata telefonata, lunga due ore, tra il presidente francese tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin sulla tregua tra Mosca e Kiev, con i due leader che non si parlavano da quasi tre anni, e dall’annuncio da parte del Cremlino (che non può essere verificato in modo indipendente, ndr) della conquista dell’intera regione di Lugansk da parte della Russia.

l'Unità

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