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Una catena umana traccia una linea rossa per chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza

Una catena umana traccia una linea rossa per chiedere il cessate il fuoco immediato a Gaza

Una catena umana per formare una linea rossa in piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, come simbolo del limite superato dai fatti gravissimi, che stanno accadendo in Medioriente. Una “Red Line” per rappresentare il limite invalicabile oltre il quale le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale non possono essere ignorate e vanno contrastate. Una linea rossa che a Gaza è purtroppo stata superata da tempo. Il flash mob, fortemente partecipato e scaturito dall’unità e dalla coesione delle organizzazioni, nasce in continuità con iniziative analoghe a livello europeo e globale, che hanno utilizzato il simbolo della “linea rossa” per rappresentare unità e coesione della società civile attorno a messaggi chiave condivisi.

Organizzazioni della società civile, reti e piattaforme attive nel settore umanitario, dello sviluppo e dei diritti umani, testimoni diretti della condotta delle forze armate israeliane che in molti riconducono a un genocidio, sono scese in piazza vestiti di rosso, portando uno striscione rosso e vuoto, a simbolizzare l’assenza di azione della comunità internazionale, l’assenza di parole per commentare quello che continua ad accadere, l’assenza di aiuto e protezione per la popolazione che in quei luoghi continua a lottare ogni giorno per la propria vita. Amnesty International Italia, Amref Italia, Aoi, Arcs, Cesvi, Cini, Cospe, Engim, Fondazione Messina, Legambiente, Link2007, Medici Senza Frontiere, Oxfam, Piattaforma delle Ong Italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, Save the Children, Social Change School, Soleterre, Sos Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes, Un Ponte Per, Wwf Italia.

«Questa azione è una testimonianza dell’impegno comune per i diritti umani, la giustizia, per chiedere la fine del massacro in corso a Gaza e nel Territorio Palestinese Occupato. Per non stare in silenzio - spiegano gli organizzatori - non guardare altrove, continuare ad andare avanti, contro l’impunità, contro le atrocità, finché i decisori politici di tutti i Paesi e la comunità internazionale non agiranno, per fermare gli orrori in corso. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo, il rispetto dei diritti umani, del diritto internazionale umanitario e il sostegno agli organi giurisdizionali chiamati a garantirlo. Inoltre, è fondamentale consentire l’accesso umanitario continuativo senza ostacoli e il ritorno al sistema internazionale dell’aiuto coordinato dalle Nazioni Unite e attuato dalle Ong internazionali, secondo i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza». Una specifica richiesta viene, infine, rivolta al Governo italiano: quella di allinearsi agli altri Stati membri dell’Ue, promuovendo una revisione urgente dell’Accordo di Associazione Ue–Israele (secondo l’Articolo 2). La data di oggi, infatti, non è casuale. È stata scelta perché in concomitanza con la riunione del Consiglio Affari Esteri dell’Ue, momento politicamente e simbolicamente rilevante per rilanciare la necessità di una revisione dell’Accordo.

ilsole24ore

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