VERSO IL MEETING/ Ron, Lucio Dalla e quel rimando alla crepa di Coehn

Il Meeting di Rimini rende omaggio a Lucio Dalla e ospita un incontro interessante con il cantautore Ron (2)
Nell’edizione di quest’anno, in omaggio alla figura e all’arte di Lucio Dalla, il Meeting di Rimini dedicherà due serate musicali (“Aspettiamo senza avere paura, domani – Canzoni e disquisizioni su Lucio Dalla”, venerdì 22 agosto, ore 21:30, Palco Piscine Ovest; “‘Se io fossi un angelo’ (per poter riderci sopra… per continuare a sperare…)”, sabato 23 agosto, ore 21:00 Sala Gruppo FS C2).
Sempre Papa Francesco in un’omelia mattutina durante il periodo più drammatico del Covid meditò: “Preghiamo oggi per gli artisti che hanno questa capacità di creatività molto grande e per mezzo della strada della bellezza ci indicano la strada da seguire. Che il Signore dia a tutti noi la Grazia della creatività in questo momento”.
Il gruppo irlandese degli U2, vent’anni prima delle riflessioni papali, pubblicava un brano intitolato proprio “Grace”:
“Grazia, lei si prende la colpa, copre la vergogna, toglie la macchia.
Ciò che un tempo era dolore, ciò che un tempo era attrito
Ciò che lasciò un segno non fa più male.
Perché la Grazie genera Bellezza dalle cose più brutte”.
Siamo agli inizi degli anni ’90 e il gruppo americano dei R.E.M. lanciano un messaggio commovente che parte dal dolore e si apre ad una speranza collettiva: “Everybody hurts”.
Affermava l’allora front man Michel Stipe: “Se incidi una canzone che va oltre il momento in cui l’hai scritta, che diventa qualcosa che la gente tiene nel cuore, qualcosa che aiuta le persone nei momenti difficili … che cosa vuoi chiedere di più?”
Diversi anni dopo (2020) don Julián Carrón, a quel tempo presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, affermava in un incontro: “Il Mistero, il destino si comunica all’uomo attraverso una carne, attraverso la realtà di tempo e spazio, secondo una modalità fisica delle cose, secondo circostanze precise. (…) Si chiama fede il riconoscere questo metodo”.
Può un cantautore storico, che dello scetticismo esistenziale ne ha fatto una bandiera, avere scritto una canzone che esplicitamente si apre a una salvezza, che non si sa quando arriverà ma che abbiamo il compito di attenderla? È capitato a Francesco Guccini con “Shomer ma mi-llailah”, (la biblica frase “Sentinella a che punto è la notte?”).
Introduceva il “Maestrone”: “È un verso del profeta Isaia che mi ha sempre colpito. La sentinella risponde che sta per finire, ma ancora l’alba non arriva e aggiunge però di tornare a chiedere, di insistere di domandare. Continuare a farsi domande, ostinarsi ad aspirare alla verità è fondamentale, essenziale. Tornare e insistere serve a tenersi in vita, a non soccombere”.
Sembrano riecheggiare le parole che Luigi Giussani declamò davanti a papa Giovanni Paolo II: “Il vero protagonista della storia è il mendicante. Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo”.

Eric Clapton è un grande chitarrista che ha attraversato stagioni di depressione, uso di droghe, amori liberi, ma sorprendentemente ha sempre mantenuto un barlume di umanità proprio diretta conseguenza di non aver mai perso la certezza in qualcosa che trascenda il dolore umano (e lui ne ha passati parecchi). “Holy Mother” è una preghiera verso Maria, è un esplicito grido d’aiuto sgorgato durante una notte di disperazione. È un affidarsi tra le braccia della Madonna, senza “se” e senza “ma”.
Il prof. Franco Nembrini, grande divulgatore della Commedia dantesca commenta così l’incontro paradisiaco dell’Alighieri: “Guardare alla Madonna serve di più a capire chi sono io. (…) Maria è il vertice dell’umanità di ciascuno”.
E si potrebbe continuare all’infinito, ma qui ci fermiamo, non prima di rendere omaggio all’ospite del Meeting, Ron, che insieme a Massimo Granieri approfondirà ancora di più il tema del potere salvifico delle canzoni. Il cantautore lombardo ha scritto una canzone fondamentale su questo tema, “Non abbiam bisogno di parole.” Un vero capolavoro di musica e parole: “Molti mi hanno confidato che le loro storie d’amore e d’amicizia si sono salvate ascoltando questa canzone. I fidanzati si sono sposati e hanno fatto figli”.
Lo scrittore Saint-Exupery racconta nel suo Piccolo Principe l’incontro tra il protagonista e la volpe. In questo inno immortale all’amicizia, ecco che la volpe insegna il metodo al suo compagno del momento: “Le parole sono una fonte di malintesi”. L’amicizia sarà sorprendersi ogni giorno, preparando il proprio cuore all’incontro.
E così sarà per tutti noi, nell’attesa della salvezza, nel desiderio di riconoscerla quando la si potrà intravedere, anche con l’aiuto delle grandi canzoni dell’universo rock o pop che sia.
Perché “C’è una crepa in ogni cosa. È così che entra la luce”.
(2- fine)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
İl sussidiario