Dazi, Trump "regala" a Meloni un ruolo chiave nella trattativa sulle tariffe. La premier già al lavoro come "pontiere" per cercare un'intesa Usa-Ue


Donald Trump e Giorgia Meloni
Indirettamente Donald Trump ha fatto un grande, enorme, favore a Giorgia Meloni. Il presidente Usa ha fatto una proposta sui dazi all'Unione europea difficile da digerire per il 27 Paesi del Vecchio Continente. Il tycoon ha annunciato di voler trovare un accordo e di essere disponibile anche a una proroga, ma le sue richieste hanno scosso le cancellerie Ue. L'annuncio lo ha dato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, invitando i leader presenti al Consiglio europeo a riflettere e valutare cosa fare.
Ma a quanto si apprende non è proprio un ramoscello d'ulivo quello arrivato dal presidente Usa. Non solo appare inevitabile una soglia minima del 10% di dazi sui prodotti europei ma viene chiesto anche maggiore acquisto di Gnl e materie critiche, tra cui il combustibile per il nucleare. I leader - a partire dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e il presidente di turno dell'Ue, il premier polacco, Donald Tusk - si affidano a Von der Leyen a cui esprimono "piena fiducia" nel lavoro di negoziati.
Il punto principale è la divisione tra Francia e Germania, le due principali nazioni Ue. Emmanuel Macron durissimo con Washington mentre Friedrich Merz decisamente più aperto al confronto e al dialogo con la Casa Bianca. Ed è proprio qui che entra in gioco la presidente del Consiglio. I rapporti "speciali" tra Meloni e Trump, come si è visto anche durante la cena al recente vertice Nato (seduti allo stesso tavolo) che hanno portato a condizioni vantaggiose per l'Italia sulle spese militari al 5% del Pil entro il 2035, consentono di rilanciare il ruolo di 'pontiere' della leader di Fratelli d'Italia tra le due sponde dell'Atlantico.
E la spaccatura tra Parigi e Berlino, storicamente unite in quell'asse spesso anti-Roma, dà ancora più spazio di manovra alla presidente del Consiglio. E' del tutto evidente che ufficialmente spetterà a Von der Leyen trattare con Trump in vista della scadenza della sospensione dei dazi del 9 luglio, ma dietro le quinte Meloni sta già lavorando - come spiegano autorevoli fonti della maggioranza e di governo - per smussare gli angoli e cercare la migliore intesa possibile.
Si sa che il tycoon, come abbiamo visto con la Cina, il Canada, il Messico e altre Nazioni, spara grosso per poi scendere a trattative e a più miti consigli, visto anche l'indebolimento del dollaro e l'aumento dei rendimenti dei bond Usa a dieci anni che certo non aiutano gli Stati Uniti. Meloni, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna, ha come primo obiettivo l'interesse nazionale e non europeo, ma in questo caso ottenere un accordo equo con l'intera Unione fa comodo anche al nostro Paese, considerando soprattutto la fortissima interconnessione della nostra economia con quella tedesca.
Forse è eccessivo affermare che a Palazzo Chigi brindino per le proposte "pesanti" del tycoon sui dazi, ma regalano a Meloni un'autostrada come ruolo di 'pontiere' con Trump. E questo mette l'Italia, il governo e la stessa premier di nuovo al centro della scena politica internazionale. Dopo le spese militari al 5% e il conflitto Israele-Iran (sul quale però l'esecutivo è rimasto defilato con una scelta saggia e ponderata), Meloni ritorna protagonista nella guerra commerciale e nella trattativa Usa-Ue sui dazi.
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