Decreto alcolock firmato da Salvini: tutte le novità per i guidatori

Il Ministro Matteo Salvini ha firmato il decreto che introduce l’obbligo dell’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avviamento del veicolo se rileva un tasso alcolemico superiore al limite consentito. Questa novità rappresenta un importante passo avanti nel nuovo Codice della Strada, volto a migliorare la sicurezza sulle strade italiane e a ridurre gli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza.
Scopriamo come funziona l’alcolock e quali sono le principali novità previste dal decreto.
Costi elevati e controlli incerti: le prime criticità dell’alcolock segnalate dagli espertiI problemi relativi all’alcolock sono emersi fin da subito e, in realtà, erano stati anticipati già nei mesi precedenti dagli esperti del settore, in particolare periti e carrozzieri. Il primo ostacolo riguarda i costi: acquistare e installare il dispositivo comporta una spesa di circa duemila euro per ogni veicolo. A questo si aggiungono le spese ricorrenti per i boccagli monouso necessari a ogni utilizzo e quelle relative alla taratura e manutenzione periodica obbligatoria.
Anche l’Associazione Italiana Periti Estimatori (Aiped) ha espresso perplessità, soprattutto in merito alle procedure di controllo e revisione. Secondo l’associazione, le modalità di installazione e rimozione del dispositivo non sono sottoposte a verifica da parte degli uffici della motorizzazione civile, creando potenziali criticità che potrebbero sfociare in contenziosi legali e ricorsi da parte degli automobilisti.
Infine, esiste un problema di natura pratica e di comportamento: il presupposto è che il conducente obbligato all’uso dell’alcolock si sottoponga al test prima di guidare. Tuttavia, non è da escludere che qualcuno possa cercare di eludere il controllo, per esempio facendo soffiare nel boccaglio un passeggero al posto proprio. Sebbene questa pratica, se scoperta, comporti sanzioni sia per il guidatore sia per il complice, rappresenta comunque un punto debole della norma.
Il ministro Matteo Salvini ha firmato il decreto che introduce l’uso obbligatorio dell’alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del veicolo se il guidatore non supera un test dell’alito. Tuttavia, il provvedimento presenta fin da subito alcune criticità che meritano attenzione.
L’alcolock, una delle novità del nuovo Codice della Strada entrato in vigore lo scorso 14 dicembre, funziona come un etilometro collegato direttamente all’impianto di avviamento dell’auto: prima di mettersi alla guida, il conducente deve soffiare in un apposito strumento. Se viene rilevata la presenza di alcol nell’aria espirata, il motore non si accende, mentre si attiverà solo in assenza di alcool.
L’installazione è obbligatoria per chi è stato sanzionato per guida con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l, una misura pensata soprattutto per i recidivi, che potranno guidare esclusivamente veicoli dotati di questo dispositivo, come specificato dall’articolo 186 del Codice.
Il decreto stabilisce che l’alcolock può essere montato su diverse categorie di veicoli, inclusi quelli per il trasporto merci, e deve rispettare gli standard europei. I produttori sono tenuti a fornire istruzioni dettagliate per installazione, utilizzo e manutenzione, mentre gli installatori autorizzati devono applicare un sigillo anti manomissione. Durante i controlli su strada, il conducente dovrà esibire la dichiarazione originale di installazione e il certificato di taratura valido del dispositivo. Il ministero dei Trasporti pubblicherà sul portale dell’automobilista l’elenco degli installatori autorizzati e i modelli di veicoli compatibili.
Chi non rispetta le prescrizioni sull’uso rischia sanzioni da 158 a 638 euro, la sospensione della patente da 1 a 6 mesi e il raddoppio delle multe in caso di alterazione o assenza del dispositivo.
Notizie.it